Da oggi 70 mila studenti torneranno a sedersi sui banchi delle scuole trentine e con loro riprenderanno l’attività anche quasi 6 mila docenti, chiamati a formare i ragazzi nei vari cicli di studio, dalle elementari alle superiori.
L. Pianesi, "Trentino", 12 settembre 2012
Tra le incognite di un panorama nazionale sempre più precario, i tagli ai finanziamenti, la crisi internazionale ed il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, che annuncia, dopo tredici anni di stop, un concorso pubblico per assumere nuovi insegnanti, come si prepara la scuola trentina ad affrontare l’anno scolastico? Siamo andati a chiederlo all’assessore all’istruzione della Provincia di Trento, Marta Dalmaso. La quale, dati alla mano, spiega come il nostro sistema scolastico si confermi uno dei più competitivi d’Italia grazie, anche, alla sua capacità d’innovarsi.
Assessore, quali sono le principali novità di quest’anno scolastico? Per cominciare abbiamo un nuovo liceo, il Linguistico, che è nato dall’accorpamento delle classi sperimentali del “Da Vinci” e l’istituto del “Rosmini” e che sarà riconosciuto, insieme agli scientifici e ai classici, come liceo a pieno titolo. Un primo successo, anche alla luce del fatto che abbiamo già iscritto 8 classi prime. Per quanto riguarda i docenti, invece, stiamo investendo molto sulla loro preparazione.
Con percorsi di formazione? Esattamente. Al Centro formazione insegnanti di Rovereto, solo nella prima settimana di settembre abbiamo avuto “a lezione” oltre 750 docenti. E i temi affrontati sono dei più vari: vanno dai corsi di aggiornamento sulle lingue straniere, a quelli volti a migliorare le capacità informatiche dei docenti. E poi c’è tutto l’approfondimento delle tematiche legate all’handicap.
Per aiutare i bambini in difficoltà e certificati è garantito un adeguato numero di insegnanti di sostegno? In Trentino il rapporto tra gli alunni con bisogni educativi speciali e docenti di sostegno è di 1,7 contro la media nazionale che è di 2. I nostri ragazzi sono più assistiti e seguiti. Aumentano, però, i casi di bambini che hanno bisogno di assistenza: se due anni fa quelli certificati e con disturbi nell’apprendimento erano 2.642, oggi sono 3.416. E questo a fronte di un aumento totale della popolazione studentesca di millecinquecento unità. Questo ha reso necessario un ripensamento nella distribuzione delle risorse finanziarie e con la giunta provinciale stiamo decidendo di incrementare i finanziamenti al mondo del sostegno.
Un'altra novità è il boom d’iscrizioni alle scuole di formazione professionale. C’è una rivalutazione di questa tipologia di istituti? Penso proprio di sì. Se il numero di iscritti alle scuole primarie e secondarie di primo e secondo livello ha fatto registrare un aumento medio, rispetto all’anno scorso, dello 0,13% quello alle scuole di formazione professionale è cresciuto del 7,37%. Come Provincia abbiamo sempre puntato sullo sviluppo di questa tipologia d’istituti. E, forse, in questo periodo di crisi, i giovani li vedono come una possibilità di accesso al mondo del lavoro più diretta e immediata. Il nostro compito resta, comunque, quello di aiutare ogni ragazzo a scegliere un percorso che lo realizzi dandogli un ventaglio di possibilità che sia il più ampio possibile.
Argomento assunzioni docenti: è vero che sono rimasti liberi 730 posti da supplenti? E’ incredibilmente vero. Francamente non ce l’aspettavamo in un momento di crisi occupazionale come questo. Abbiamo chiamato 1.426 insegnanti per ricoprire il ruolo di supplente nelle scuole primarie e secondarie. Offrivamo loro un contratto a tempo determinato di un anno a partire dal primo settembre. Ebbene abbiamo avuto solo 696 risposte positive. Gli altri 730 hanno rifiutato. Forse hanno preferito attendere una chiamata più comoda sia logisticamente che contrattualmente. Le ragioni dovremo capirle con calma. Per questi rifiuti ci saranno dei disagi con l’avvio delle lezioni? No, nessun disagio. Provvederemo ad assegnare i posti vacanti, tramite le graduatorie, a partire da oggi.
Per concludere, Assessore, qual è lo stato della scuola trentina? E’ in salute. Abbiamo un tasso di dispersione scolastica del 9,6% contro il 13,5% del resto del paese. E siamo già al di sotto del livello fissato dall’Europa come obiettivo da raggiungere nel 2020, del 10%. Vuol dire che la nostra è una scuola inclusiva, che non abbandona, anzi aiuta anche gli studenti in maggiore difficoltà a concludere il proprio percorso di studio. E anche la qualità di questo studio risulta molto alta. I test Invalsi delle scuole secondarie di primo grado, nell’annualità 2010/2011, ci davano su livelli di eccellenza sia in matematica che in italiano. E certi risultati non nascono per caso. La Provincia investe molto nell’istruzione. Un bambino trentino costa una volta e mezzo uno italiano. Ed è così che si ottiene una scuola migliore.