I renziani: non siamo anti-Pacher

Gli ultimi sondaggi lo danno al 28% nella sfida con Bersani, ma nel gradimento dei leader è il politico che dopo Monti attrae il maggior grado di simpatie. Matteo Renzi avvierà giovedì a Verona, in piazza Brà, la sua campagna elettorale per le primarie e a Verona ci saranno anche i suoi sostenitori trentini.
C. Bert, "Trentino", 11 settembre 2012

Amministratori, ma anche esponenti della società civile. Pronti a sostenere il sindaco di Firenze, ma senza un candidato unitario a livello locale. «Non siamo gli anti-pacheriani», mette in chiaro l’assessore provinciale Andrea Rudari, tra i primi a schierarsi con Renzi. Ex Margherita, ex assessore comunale a Trento, Rudari ha 47 anni, ancora per poco annoverabile tra i giovani per i canoni della politica italiana. «Il rinnovamento è una cosa seria e non passa solo dall’anagrafe - ci scherza lui - io in politica ci sono dal 1985. Oggi chi sta con Renzi chiede il rinnovamento della classe dirigente ma anche una proposta per governare l’Italia». Invita a non confondere piano nazionale e locale anche Andrea Robol, anche lui ex Margherita e anche lui ex assessore comunale a Trento: «Non c’è il candidato alla guida della Provincia dei renziani, ognuno farà la sua scelta quando sarà il momento. Certo il Pd ha nel suo dna le primarie, che sono uno strumento che io vedo bene per selezionare chi sarà il candidato alla guida della Provincia dopo Dellai».
Il nome che a livello locale viene associato a Renzi è quello del capogruppo provinciale Luca Zeni, che a Campiglio non aveva nascosto una certa affinità con il sindaco di Firenze: «La mia al momento è una vicinanza, non un’adesione acritica - spiega - condivido il tema del rinnovamento dei partiti e l’esigenza di una linea di politica economica più aperta di quella portata avanti fin qui dal Pd. Ma il rinnovamento non basta e dopo la fase della rottamazione bisogna passare alla costruzione. Su questo peseremo la proposta di Renzi che per ora è un progetto appena abbozzato». «La situazione dell’Italia, dove la classe dirigente non ha saputo rinnovarsi e offrire una prospettiva al Paese, è ben diversa da quella del Trentino, dove va messo a punto l’assetto ma senza cambiare rotta». Da Trento - fa sapere la giovane coordinatrice del comitato Elisa Filippi - giovedì partirà un pullman per Verona (ore 9.15 casello A22 Trento sud, 9.30 casello di Rovereto sud, prenotazioni entro domani a comitatotrentinoprorenzi@hotmail.it).
Tra i sostenitori non tutti sono giovani: a proposito di rottamazione, ci sono anche due politici di lungo corso come l’ex parlamentare Luigi Olivieri e la consigliera provinciale Margherita Cogo; poi la consigliera comunale Roberta Calza, il presidente della circoscrizione di Sardagna Mirko Demozzi, il giovane presidente della Magnifica comunità degli altipiani cimbri Michael Rech, dalle Giudicarie Alessandro Rognoni del Forum nazionale Giovani, l’ex consigliera di Storo Stefania Giacometti. A chi dipinge Renzi come il candidato anti-casta, quello pronto a raccogliere il voto degli scontenti, risponde Andrea Robol: «Quella di Renzi non è anti-politica, lui non è Grillo. All’ultima convention di Firenze eravamo 1000 amministratori, gente che ha fatto la gavetta. Quelli da rottamare sono i dirigenti come D’Alema che da decenni rappresentano l’attaccamento al potere. Ma questo non basta. Occorre dimezzare i parlamentari, rispettare il numero dei mandati. Cominciare da quello che tutti promettono ma fin qui non sono riusciti a fare».