L'assessore Olivi spiega la riforma e "rassicura" gli artigiani: "Le richieste di contributi non caleranno quanto temono".R. Colletti, "Trentino", 6 settembre 2012
«Fare una riforma non è mai facile, perché si spostano quattrini e si è costretti a cambiare abitudini. La cosa è ancor più faticosa se si fa in un periodo di crisi. Ma non possiamo rinviarla: il nostro sistema produttivo ha bisogno di un salto produttivo e d’innovazione. Su questa prospettiva eravamo tutti d'accordo - imprese, sindacati, Provincia - quando abbiamo approvato la nuova legge sull'economia. Bene, ora è il momento di definire i passi concreti dell'intervento pubblico per gli investimenti fissi, la parte più corposa». Così Alessandro Olivi accompagna il Regolamento della legge 6. Il parere del Consiglio si avrà entro il mese, ma la proposta è già stata esaminata dalle parti sociali, con gli imprenditori preoccupati a difendere i livelli dei contributi. Un esborso, in aggiunta alle altre iniziative anti crisi, che nel 2011 ha raggiunto i 120 milioni di euro distribuiti tra tutti i settori. Cifra consistente che, compatibilmente con gli andamenti dei futuri bilanci provinciali, non pare destinata a variare. Dov’è la novità? Nella selezione. Le risorse resteranno invariate, ma saranno destinate agli investimenti che aumentano la produttività e la competitività, riducendo il sostegno alle spese che l’imprenditore avrebbe fatto comunque. Faccio un esempio: la Provincia non finanzierà più la sostituzione di un macchinario obsoleto - è un investimento di routine - ma piuttosto sosterrà i progetti destinati a rendere più efficienti i processi produttivi, a far crescere di dimensione l'azienda, ad introdurre elementi d’innovazione, la sostenibilità ambientate e, naturalmente, a creare e conservare occupazione. Ci sarà una scala di priorità su cui saranno indirizzate le risorse. Ci saranno novità anche per gli investimenti immobiliari. Sosterremo le nuove opere, ma non gli acquisti: sinora è stato troppo semplice trasferire il contributo sul prezzo dell'immobile. Un “esame” che preoccupa le associazioni imprenditoriali... Non c’è ragione. Ripeto, le risorse resteranno immutate, cambieranno i criteri di distribuzione privilegiando le imprese che rafforzano l'economia. La bozza del Regolamento è stata inviata agli interessati, le associazioni hanno mandato le osservazioni, la selettività di alcuni criteri è stata attenuata... Ora si deve stringere. Gli Artigiani, in particolare, temono che subiranno un taglio del 70 per cento delle loro domande di contributo. Stima infondata, abbiamo fatto le simulazioni. Lo scorso anno le imprese artigiane hanno presentato 1.188 domande per una spesa di 96,4 milioni di euro, ottenendo contributi per 15,6 milioni. La maggior parte degli investimenti, sotto i 300 mila euro, sono stati esaminati con la cosiddetta “procedura automatica” con cui prima si fa la spesa, poi si presenta il conto. Valutiamo che applicando i nuovi criteri le domande caleranno non del 70, ma del 30 per cento. Del resto se le risorse debbono sostenere la capacità imprenditoriale invece di limitarsi a pagare a pié di lista il cambio del furgone, credo che gli artigiani non potranno che apprezzare la novità: sono piccoli imprenditori, è vero, ma capace di grandi flessibilità ed innovazione. Insomma, sono finiti i tempi degli esborsi automatici? Restano, ma si cambia. Il contributo sarà parametrato all'apporto fiscale, sulla base di quanto l'azienda ha versato nei tre anni precedenti come Ires, Irpef ed Irap. La media della tassazione corrisponderà al tetto del contributo che le sarà concesso. La logica? Sostegno pubblico proporzionato al contributo fiscale e, lo dico per inciso, così non si premiano gli evasori. Un bel pacchetto di novità. Il Regolamento riguarda gli investimenti fissi. Le aziende, oggi, mi paiono più preoccupate della finanza, nodo sul quale la Provincia è intervenuta con il sostegno al credito attraverso i confidi, favorendo la patrimonializzazione delle imprese, trovando il modo per attualizzare i contributi. L’obiettivo è migliorare la produttività e la competitività del sistema Trentino. Per realizzarlo bisogna avere il coraggio di fare scelte. Cambieranno le abitudini: ma se così non fosse che riforma sarebbe?
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