Primarie, da Sydney il nuovo metodo di voto, "proposta Nicoletti" al coordinamento del Pd. Via suggerita dal segretario del Partito Democratico: una scheda su cui indicare la classifica "ideale" con i possibili presidenti della Provincia e parlamentari.A. Tomasi, "L'Adige", 3 settembre 2012
Nella politica trentina potrebbe arrivare l'Australiana. Non si tratta di un virus. Anche se si potrebbe parlare di «febbre da elezioni». Dalla terra dei canguri dovrebbe essere importato il nuovo metodo di elezione per le primarie di coalizione. Parliamo, naturalmente, delle elezioni del centro sinistra autonomista, dove si sta lavorando al «dopo Dellai». La proposta di Nicoletti. Le elezioni primarie dovrebbero servire ai tre maggiori partiti di governo trentino (Upt, Pd e Patt) per trovare - senza lacerazioni dolorose e senza perdere elettori per strada - il candidato (o la candidata) ideale alla guida di Piazza Dante. Il sistema di voto australiano piace molto al segretario del Pd trentino, Michele Nicoletti. Il docente universitario, prestato alla politica, domani ne parlerà durante la riunione del coordinamento del partito. L'idea è di arrivare a delle elezioni primarie di coalizione senza che il partito più forte, almeno sulla carta, si rompa le ossa nel confronto con gli alleati-concorrenti. Da qui la proposta del «sistema di Sydney». La scheda con i «preferiti». Si tratta, in sostanza, di un doppio turno, ma unificato. Spieghiamo: l'elettore di centro sinistra autonomista (militante/simpatizzante) va a votare con una scheda. Su questa può mettere la «scaletta» con la classifica dei suoi candidati ideali. Poniamo che due siano del Pd, due dell'Upt e due del Patt, l'elettore li può mettere in sequenza, a seconda del suo gradimento. Nelle operazioni di spoglio, che si prospettano un po' complesse, si deve vedere quante volte compare un nome. Salvo il caso in cui un candidato ottenga subito il 50% delle preferenze quale prima indicazione, si deve fare un calcolo proporzionale. Australiana, gli effetti previsti. L'aspirante candidato governatore che è stato indicato più volte, anche in posizioni diverse dalla prima, diventerebbe il candidato della coalizione. Risultato teorico: nessuno scontro all'arma bianca tra forze politiche; nessuna spartizione di poltrone (il famoso «scambio di figurine» a cui ha accennato Donata Borgonovo Re dalle pagine di questo giornale, con distribuzione i cariche: presidenza di giunta provinciale, di consiglio e di Comune di Trento); maggiore empatia da parte degli elettori, sfibrati da un certo modo di fare politica. Non è una rivoluzione. Si tratta di architetture elettorali, in fase di studio a livello nazionale, che il segretario Nicoletti vorrebbe sperimentare in Trentino. Il sistema di voto della «terra dei canguri» sa di esotico, ma in effetti non sarebbe una rivoluzione: il numero uno del Pd provinciale ha ricordato ai colleghi di partito che lo stesso metodo viene adottato anche per le elezioni in Irlanda e per l'elezione del sindaco di Londra. Non si tratterebbe dunque di una stravaganza. Attenzione! Perché Nicoletti propone questo metodo sia per individuare il successore di Lorenzo Dellai, sia per i posti da senatore o deputato. Aria pesante nel Palazzo. Si attendono l'incontro del coordinamento e le reazioni dei partner politici del Pd. Se per le Politiche si voterà a marzo, le primarie potrebbero tenersi in aprile. Quel che è certo è che il clima si sta facendo sempre più pesante. La politica trentina, in particolare quella di governo, è «sotto osservazione». Mentre il governatore si prepara all'avventura romana (forse governativa) - appoggiato dal vicesegretario nazionale del Pd Enrico Letta - il Patt si scalda a bordo campo (con Ugo Rossi pronto per l'eventuale ruolo da capitano in Trentino). Come detto, ci sono in ballo il posto da candidato presidente della Provincia e i posti da candidati in Parlamento. Ma non si dimentica, a cascata, il Consiglio provinciale e la sedia da sindaco di Trento. Non solo poltrone. Per ora di parla di persone (la «Cosa Bianca» di Dellai o un suo posto nel Pd nazionale, con una successione Pd in Provincia, Alberto Pacher reggente per 8 mesi e candidabile). E i programmi? Lavoro? Sanità? Ambiente? Turismo? Sviluppo? Scuola? Politiche per le famiglie (casa, scuole materne, nidi). Cultura? Per ora non se ne parla. Neanche l'ombra delle idee, dice Donata Borgonovo Re (vedi l'Adige di venerdì). Anche per evitare lo spettacolo della «solita politica caregara» - si dice - il segretario Michele Nicoletti ha estratto dal cilindro la «proposta australiana». Si vedrà.
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