Dorigatti e Olivi a Malga Zonta: "Battersi per la coesione sociale"

"Ricordare il sacrificio dei 17 ragazzi, tutti intorno ai vent'anni, fucilati dai soldati nazisti a Malga Zonta nell'agosto del 1944 mentre lottavano per la libertà della loro terra, ha un grande valore per il Paese e il Trentino."
da www.consiglio.provincia.tn.it, 17 agosto 2012

Per l'Italia perché mostra che anche oggi come allora, in un momento di estrema difficoltà, frantumazione e divisione occorre unire le forze e battersi tutti insieme per la coesione sociale, la democrazia e lo sviluppo, mettendo al centro i giovani e il diritto al lavoro. E per il Trentino, perché rilanci l'autonomia conquistata a caro prezzo dopo quella guerra, testimoniando in chiave europea che la strada della crescita passa solo dalla valorizzazione delle differenze e dalla collaborazione responsabile fra territori, comunità, forze politiche e generazioni".
Questo il senso dato dal presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti alla commemorazione dell'eccidio di Malga Zonta, cui ha partecipato oggi insieme a numerose autorità locali e centinaia di persone provenienti oltre che dal Trentino anche dalla vicina provincia di Vicenza.

Questo luogo di confine e di guerra diventi un Parco veneto-trentino della memoria e della pace

Originari di questa parte del Veneto erano infatti molti dei 17 giovani trucidati e sepolti a Malga Zonta dalle truppe tedesche durante l'operazione di rastrellamento del 12 agosto del '44, finalizzata a "ripulire" l'area dai partigiani.
Attorno al piccolo sacrario che sorge per ricordarli a Passo Coe sull'altopiano di Folgaria, ex zona di confine e di guerra, destinata ora a diventare Parco trentino-veneto della memoria e della pace, richiamata anche dai missili conservati nella base Tuono, a poche centinaia di metri, si sono stretti i rappresentanti delle istituzioni locali delle province di Trento e Vicenza, associazioni (in particolare l'Anpi, l'Associazione nazionale partigiani con i suoi gonfaloni) ma anche tanta gente comune e turisti, spinti dal bisogno di ricordare quel tragico evento e comprenderne il monito e il significato attuali.
Monito e significato evidenziati - dopo i saluti introduttivi di Mario Faggion, presidente dell'Anpi di Vicenza, del sindaco di Folgaria Maurizio Toller e del presidente del consiglio comunale di Schio Dario Tomasi - dagli interventi dell'assessore Alessandro Olivi, del direttore del Museo Storico del Trentino Alberto Ferrandi e, nell'orazione ufficiale conclusiva, del vicesindaco del Comune di Vicenza Alessandra Moretti. La commemorazione si è conclusa con la S. Messa nella festa dell'Assunta celebrata da don Giuseppe Grosselli.


L'ASSESSORE OLIVI ALLA CELEBRAZIONE DI MALGA ZONTA


Giovani, Resistenza ed Autonomia: attorno a questi concetti è ruotato, oggi, a passo Coe, a Folgaria, l’intervento dell’assessore Alessandro Olivi in rappresentanza della Provincia autonoma di Trento in occasione del 68° anniversario dell’eccidio nazifascista di Malga Zonta. Al vicesindaco di Vicenza, Alessandra Moretti, il compito di tenere l’orazione ufficiale. La celebrazione della ricorrenza che quest’anno portava il titolo “Da montagne di guerra a montagne di pace”, ha visto succedersi - davanti ad un folto pubblico - gli interventi di Maurizio Toller, sindaco di Folgaria; di Dario Tomasi per il Comune di Schio; di Alessandro Olivi per la Provincia autonoma di Trento e di Giuseppe Ferrandi direttore della Fondazione Museo storico del Trentino. A chiudere gli interventi, prima della messa, il vicesindaco Alessandra Moretti, nipote di un comandante partigiano della Brigata Loris di Italo Mantiero. Sul palco il presidente del Consiglio provincale, Bruno Dorigatti, molti sindaci di Comuni del Veneto e del Trentino, le delegazioni delle associazioni partigiane e combattentistiche con l’Anpi in prima fila, la banda cittadina di Cornedo Vicentino.
“Siamo qui oggi - ha esordito l’assessore Olivi - non certo per un rito che si ripete ma per rinvigorire e rinsaldare i rapporti tra le comunità attorno ai valori fondanti dell’Autonomia. Da anni partecipo a questo emozionante momento e il rischio di ripetersi è grande. Ma in occasioni come queste ripetersi non è mai sbagliato. Siamo qui a ribadire come Malga Zonta rappresenti il dna e il codice genetico della nostra democrazia, siamo qui a ribadire come l’assunzione costante di responsabilità debba continuare a muoverci”.
Olivi ha poi fatto riferimento alla giovane, giovanissima età delle 17 vittime della ferocia nazifascista di quel 12 agosto 1944. “Erano ventenni che certamente non avevano voluto quella guerra ma che fecero una opzione precisa. Sarebbe stato più facile nascondersi, ma mossi da una spinta più esistenziale che ideologica, i ragazzi di Malga Zonta andarono a morire per la nostra libertà”..
Erano quei giovani di cui ha mirabilmente scritto uno dei più grandi autori italiani, Luigi Meneghello. E l’assessore Olivi ha voluto citare un significativo passaggio da un suo libro, “I piccoli maestri”, che racconta la sua esperienza di partigiano. Proprio Meneghello seppe infatti descrivere da vicino questa leva di giovanissimi contadini finiti nella Resistenza in quell’estate del 1944. “Si vedeva che erano ragazzini bene allevati, puntuali alle messe, anzi certamente capaci di rispondervi di persona, prodotti tipici dei nostri oratori vicentini, queste forge di chierichetti - calciatori e di cantori - alpinisti. Non erano però ragazzi bigotti, anzi allegri e perfino scanzonati: non avrebbero mai detto una bestemmia, ma le brutte parole sì, come i bambini. Il loro interesse per la
resistenza era difficile da valutare”.
“Il rispetto dovuto a quei giovani - ha continuato Olivi - ci impone di ricordarci come la nostra stessa Autonomia tragga origine e fondamento anche dalla Resistenza. Perché è nella Costituzione nata grazie all’impegno e al sacrificio di molti che si stabilisce la nostra Autonomia. Oggi, in un momento contrassegnato dalle difficoltà che ben conosciamo, siamo qui a dire che dentro questo Paese la nostra Autonomia sente una responsabilità ancora maggiore per fare bene il nostro lavoro. Lo diciamo con la convinzione che la ricostruzione di questo Paese, dopo la crisi che tutti ci auguriamo di superare, non passa per la riproposizione di una società verticale bensì con la costruzione di un sistema che favorisce le autonomie, che sperimenta autogoverno. L’Autonomia è un valore per questa Nazione e noni lo dobbiamo vivere non come mera conservazione bensì come atto di generosità verso altri territori”.
“C’è una nuova resistenza in corso - ha concluso Olivi - ed è fatta contro nemici invisibili. E’ fatta dalla intransigente e coraggiosa difesa contro chi detta i ritmi della crisi solo con la finanza e la speculazione, contro i valori dei lavoro. Oggi dobbiamo invece riaffermare i diritti di chi lavora, i diritti delle imprese che fanno bene il loro lavoro, i diritti di chi fa il proprio dovere. Anche questo è un modo di onorare i ragazzi di malga Zonta”.