È inutile girarci attorno. Il vicepresidente della Provincia, Alberto Pacher, oltre 15.300 preferenze alle elezioni provinciali, sa bene di essere il principale indiziato alla successione di Dellai in una logica di continuità.
L. Patruno, "L'Adige", 11 agosto 2012
È lui il numero due della giunta e se Lorenzo Dellai si dimetterà in anticipo - a primavera - per candidarsi alle politiche toccherà a Pacher guidare la giunta fino alla fine della legislatura.
Ma sa anche bene che gli aspiranti non mancano e c'è chi spera che il «fortunato Pacher», che secondo i suoi detrattori fa carriera senza muovere un dito solo perché si trova sempre al posto giusto nel momento giusto, alla fine non se la sentirà di fare quel salto, che invece fece in Comune, per diventare il numero uno. Mentre già altri sgomitano da tempo, lui se ne sta coperto. Ma ora ha deciso di chiarire che considera il suo nome sul tavolo, ma solo se riuscirà a essere un candidato «espressione della coalizione più che di un partito». Pacher, insomma, non vuole essere il candidato del Pd ma di tutta l'alleanza e del resto le ostilità si fanno sentire soprattutto dall'interno del suo partito.
Vicepresidente Pacher, Dellai pensava a lei quando ha annunciato che nel 2013 non ci sarà alcun cambio di rotta e la vostra «visione» non sarà sostituita da altre?
Dellai ha detto che ci sarà una continuità rappresentata dalla giunta. Ci sono tanti nomi. Per quanto mi riguarda vediamo come si mettono le cose, ma siamo tutti della partita. Sarà alla fine la coalizione a dire cosa sarà meglio fare.
Lei si sente più uomo di coalizione che di partito?
Beh, il presidente deve essere espressione di una coalizione non di un unico partito. Io mi sento prima di tutto di appartenere a un'idea di centrosinistra autonomista; poi all'interno di questa coalizione il luogo in cui mi trovo meglio in questo momento è il Pd, che ho contribuito a costruire anch'io (è stato il primo segretario del Pd trentino, Ndr.). Anche se, ripeto, mi sento più a mio agio nella dimensione di coalizione che nel singolo partito ed è sempre stato così.
Cosa vuol dire continuità? Con Pacher si prolunga l'era Dellai?
Quando si parla di continuità e discontinuità bisogna chiarirsi. È ovvio che chiunque sarà il nuovo presidente sarà diverso da Dellai, perché porta il suo carattere, il suo modo di fare e di lavorare collegialmente. È quindi inevitabile che ci sarà una discontinuità con Dellai. Diverso è il discorso politico. Io vorrei sottolineare che il Trentino per molti anni è stato un'anomalia di centrosinistra in un contesto del Nord Italia di centrodestra, perché la nostra coalizione ha saputo leggere il sentire della sua gente per diversi passaggi elettorali. Il tema dunque della continuità o discontinuità politica non può che partire da qui. E anche nei risultati, il fatto che il Trentino sia ai primi posti in Italia per qualità del welfare, sanità, qualità ambientale e per livelli di disoccupazione inferiori ad altre regioni del Nord vogliono pur dire qualcosa.
Ma la crisi ha cambiato tante cose e c'è chi dice, anche nel Pd, che servono politiche diverse dalle vostre, non è ora?
Se ci sono altre visioni e impostazioni politiche nella coalizione è bene che vengano fuori e se ne parli. Le coalizioni non si formano né sulle parole d'ordine né sulle regole in astratto, ma sulla condivisione di una visione politica. Penso infatti che la politica si basi su tre cose: un pensiero politico collettivo, delle regole e dei rapporti umani che servono a farti sentire parte del progetto. Se le tre cose sono equilibrate tra loro si procede bene.
In questo momento cosa manca?
L'aspetto più debole è la mancanza di amicizia politica. Non c'è stata una grande complicità politica e capacità di integrarsi in maniera profonda.
È un problema tra partiti o all'interno del suo?
Entrambe le cose, si deve rafforzare di più la collegialità.
È favorevole alle primarie?
Le primarie devono essere uno strumento non un fine. Prima ci deve essere chiarezza sulla proposta politica. Se ci sono più disponibilità si valuterà dopo il chiarimento politico. Se la coalizione deciderà di fare le primarie si faranno. Il Pd dovrà decidere se esserci con uno o due o più candidati.
Pensa che Dellai dovrebbe sottoporsi alle primarie per un'eventuale candidatura nel collegio per il Senato come dice Zeni?
No, non lo ritengo necessario. Al di là della simpatia o antipatia per Dellai, penso che ci sia anche un modo per dimostrare riconoscenza in politica per una persona che per 20 anni è stato leader del centrosinistra e per 15 ha governato con la nostra coalizione il Trentino. È vero che la politica è sovrastata dai narcisismi e dagli arrivismi individuali, ma anche questo sarebbe un modo per manifestare discontinuità.