«Dobbiamo stare attenti a non fare delle primarie un obiettivo, come se contassero più di tutto il resto. Il Pd deve riuscire a interpretare le esigenze del Paese e del Trentino, rischiamo invece di indebolirci se ci consumiamo in scontri interni». La deputata Laura Froner è l'unica parlamentare trentina donna eletta in regione nel 2008 (Luisa Gnecchi, sempre del Pd, è altoatesina).
L. Patruno, "L'Adige", 14 agosto 2012
Sta ultimando il suo secondo mandato, anche se il primo è durato solo due anni a causa delle elezioni anticipate. Ora è normale che la deputata del Pd si aspetti una ricandidatura nel 2013. E infatti dice: «Io resto a disposizione». Anche se non mancheranno i concorrenti, a cominciare dal segretario del Pd trentino, Michele Nicoletti, che non ha negato la sua ambizione, forse anche per compensare la sconfitta alle Europee 2009 di cui dà la colpa a Lorenzo Dellai, perché disperse il voto del centrosinitra dando una triplice indicazione: Udc, Svp e Pd.
Onorevole Froner, pensa che ci saranno le elezioni politiche anticipate oppure Monti arriverà fino in fondo?
Credo che tutti puntino ad arrivare a scadenza perché la situazione del Paese è tutt'altro che rosea e non siamo ancora fuori pericolo. Poi, mi auguro che si possa andare alle elezioni con una nuova legge elettorale e con questa che si ragioni su un candidato premier, assieme ai partner della coalizione, che ci permetta di riprendere la crescita.
La legge elettorale sarà fondamentale per capire come si muoveranno le forze politiche?
Certo, noi siamo per tornare ai collegi. Ma per la scelta dei candidati penso che dobbiamo stare attenti a non fare diventare le primarie un obiettivo invece di consolidarci come partito.
Parla di primarie nazionali o provinciali?
In generale. Che siano un elemento di grande condivisione va benissimo, che debbano essere usate per individuare persone in ruoli apicali va bene, ma attenzione che non diventino elemento di frattura in un partito che ha ancora bisogno di essere consolidato e avere maggiore forza per condividere un progetto politico con gli alleati. Altrimenti diventa solo uno scontro fra persone ed elemento di divisione.
Vede questo pericolo per la scelta del prossimo candidato presidente della Provincia?
Io penso che prima della persona dovrebbe essere importante chiarirci su cosa viene chiamata a fare quella persona, confrontarci sui programmi. A livello provinciale la situazione politica è molto più chiara perché abbiamo un centrosinistra forte.
In questi giorni, però, c'è chi nel Pd, come Civico o Zeni, mette in discussione l'operato della vostra giunta esprimendo una richiesta di discontinuità di metodo e merito. Lei cosa ne pensa?
Io non trovo la necessità di porre la discussione in questo modo. Trovo più giusto interrogarsi su quale sarà il programma per la prossima legislatura sapendo che la situazione sarà diversa. Che le persone siano in parte le stesse in parte diverse sarà nelle cose. Comunque servono persone di esperienza dal punto di vista amministrativo. Non mi pare che si possa porre il rinnovamento come condizione. Penso che adesso il Pd debba iniziare a confrontarsi al suo interno non sulle singole persone ma sulla proposta per il Trentino e poi scegliere con la coalizione.
C'è stata polemica tra Zeni e Pacher sulla necessità di primarie anche per Dellai se volesse candidarsi al Senato per la coalizione. Lei cosa ne pensa?
Se Dellai dovesse mettersi a disposizione credo che dovremmo essere contenti soprattutto se dovesse essere su un collegio da riconquistare come è quello senatoriale di Trento. Se ne ragionerà con la coalizione visto che lui non è iscritto al Pd. Sarà la coalizione a decidere i criteri, ma certo si punterà su candidati in grado di vincere nei collegi e non penso che il presidente abbia difficoltà in qualsiasi collegio si presenti.