Matteo Renzi boccia il progetto di centro degasperiano, su cui il governatore trentino Lorenzo Dellai sta investendo molte delle sue energie politiche.
A. Conte, "L'Adige", 19 agosto 2012
Matteo Renzi boccia il progetto di centro degasperiano, su cui il governatore trentino Lorenzo Dellai sta investendo molte delle sue energie politiche. Ma il sindaco di Firenze, pronto a sfidare alle primarie del Pd nazionale Pierluigi Bersani, non rottama con il disegno di terzo polo anche il presidente del Trentino. Che, anzi, viene considerato una risorsa per la politica nazionale: «Dellai è stato un grande innovatore nel corso degli anni, spero che porti il suo impegno nel centrosinistra».
Sindaco Renzi, oggi pomeriggio alle 18 sarà a Campiglio per presentare il suo libro «Stil Novo». Che messaggio vuole dare all'Italia?
Dobbiamo uscire dalla logica di raccontare solamente una parte della vicenda italiana ovvero il problema. Io non voglio minimamente negare la complessità della fase che stiamo vivendo. Oggi la vera sfida per la politica non è solo lamentarsi delle cose che non vanno, ma anche offrire un orizzonte per i prossimi 10-20 anni. L'Italia non può avere solo una visione ragionieristica dei problemi, ma offrire anche una strategia per i prossimi anni.
Per fare questo occorre cambiare la classe dirigente che c'è stata finora?
Non c'è dubbio che vada rottamata una classe dirigente; ci sono in Parlamento persone che sono lì da 30 anni, e non solo non hanno brillato, ma non hanno neppure risolto i problemi. È quindi fisiologico un ricambio, non solo sulle persone, ma anche sulle idee. Occorre uscire da una visione per cui ci sono cose che tutti dicono che vanno fatte e poi nessuno fa.
Per esempio?
Pensi al tema della burocrazia: io non contesto il fatto che Berlusconi prima e il centrosinistra poi abbiamo posto il tema di semplificarla. Io come sindaco mi trovo di fronte tutti i giorni alla complessità allucinante della macchina pubblica. La semplificazione è possibile, passando dal timbro al click, consentendo al cittadino di avere risposte certe in tempi certi.
Secondo lei questo potrebbe servire anche per dare maggiore fiducia a chi vuole investire nel nostro Paese?
Se non ci sono investimenti in Italia non è solo per i problemi dell'alto costo del lavoro o delle infrastrutture. Quando i fondi di investimento si siedono attorno al tavolo e poi ci dicono che non investono a Firenze, è perché non non hanno certezze sui tempi: hanno un immobile e ci vogliono tre anni per sapere che fine fa. Ho visto che il Pdl ha fatto una proposta per inserire un fondo immobiliare per consolidare il debito: bene, ma se non hai la possibilità di dire se in tre mesi la caserma può diventare un albergo o una casa per housing sociale, gli investimenti non arrivano.
A proposito di taglio del debito, cosa pensa dell'ipotesi di patrimoniale per i più abbienti?
In linea di principio non sono contrario alla patrimoniale, ma occorre farla alla fine di un lungo percorso sulla spesa pubblica. Conosco molti amici e imprenditori che definire benestanti è riduttivo. Hanno fatto tanti soldi nella loro vita, onore al merito perché chi lavorando si è arricchito deve avere non l'invidia ma il rispetto da parte degli altri. E anche queste persone mi dicono che non sono contrarie a un prelievo straordinario: ma l'intervento una tantum sulla ricchezza per metterlo nel grande imbuto della spesa pubblica così com'è è una presa in giro, è un'aspirina per il malato terminale.
Cosa propone?
Occorre avere il coraggio di raccontare una proposta straordinaria per abbattere il debito e portarlo al 100% del Pil, intervenendo in maniera strutturale sui gangli della spesa pubblica, senza dare i contributi sempre ai soliti. Perché, ad esempio, si devono dare i soldi alle grandi aziende, come la Fiat, che è stata riempita di soldi dal contribuente che poi non vede un ritorno reale?
Lei una mini-patrimoniale l'ha già fatta a Firenze.
Ho fatto una patrimonialina con l'Imu più alta su chi aveva più case e minima sulla prima, riducendo contestualmente la spesa pubblica e tagliando l'Irpef, cioè riducendo le tasse a chi ne aveva bisogno.
Senta cambiando discorso: a Pieve Tesino si sta lanciando il polo degasperiano. Può essere un interlocutore per il Pd?
Io al terzo polo non credo: gli italiani vogliono due schieramenti secchi. Ritengo che la battaglia si faccia con le primarie nello schieramento nostro e penso che anche il centrodestra meriti le primarie dopo la delusione berlusconiana.
Dellai, secondo lei, può avere una dimensione nazionale?
Dellai è stato un grande innovatore nel corso degli anni e un amministratore che ha portato a casa risultati concreti, spero che porti il suo impegno nel centrosinistra e non in terzopolismi. Nel centrosinistra che io immagino c'è posto per Dellai e per esperienze come quella di Trento.
Lei spesso viene accusato di piacere troppo agli elettori di centrodestra, cosa replica?
Chi mi accusa di prendere troppi voti da chi è deluso da Berlusconi non considera che senza quei voti la prossima volta non si vince. Se mi votano anche se faccio politica di centrosinistra considero la cosa positiva.
Dal consigliere provinciale Andrea Rudari a quello comunale Andrea Robol, da Salvador Valandro a Luigi Olivieri. La pattuglia dei renziani in Trentino si sta consolidando e organizzando in vista delle primarie nazionali del Pd. Se ci saranno, la macchina sarà pronta anche in provincia a supportare la candidatura di Matteo Renzi.
«Siamo impegnati sul programma - spiega Rudari - per una lettura moderna della realtà trentina e italiana che è cambiata negli ultimi tre anni più di quanto sia successo negli ultimi venti. Credo sia difficile che possa essere in grado di interpretare il cambiamento la classe dirigente attuale. Anche in Trentino occorre capire quali sono le politiche più opportune per riavere un'economia che tira, senza però un intervento pubblico così massiccio e a pioggia come in precedenza, ma dando di più a chi crea eccellenza».
Robol, che oggi sarà al Palacampiglio per seguire Renzi, spiega perché crede nel progetto del sindaco di Firenze. «Non è più solo un rottamatore, ma ha anche un programma per l'Italia: il movimento si apre a un Paese che ha bisogno di una classe dirigente che sa dire qualcosa sul futuro. Quella che c'è stata finora qualcosa ha sbagliato, altrimenti non saremmo a Monti e alla disaffezione dalla politica». A Campiglio ci sarà ovviamente Elisa Filippi, trait d'union tra Trento e Firenze con Renzi che spiega come «a settembre probabilmente ci si organizzerà come movimento in vista delle primarie. Il gruppo in Trentino è molto diversificato e sta aumentando». Con lei presente anche Olivieri oggi che chiede ai notabili del Pd di farsi da parte: «I padri nobili della politica devono aiutare per un cambio
generazionale in politica. Di Renzi e del suo messaggio innovatore ha bisogno la sinistra e il Pd». Entusiasta Alessandro Rognoni, del Forum nazionale giovani: «Non ci servono i leader storici come quelli che vengono in Trentino, ma facce nuove per il cambiamento: serve una nuova credibilità è l'unico che può darla alla politica nazionale è Renzi».