Kessler: "Basta con l’interventismo della Provincia nell’economia". Le primarie? "Un dovere per scegliere una nuova classe dirigente"."Il presidente in parlamento Cerca un nuovo involucro per andare a Roma? Auguri, ma nel Pd non è credibile, i partiti non sono autobus su cui salire quando serve".C. Bert, "Trentino", 8 agosto 2012
«Il Trentino ha un bisogno estremo di una nuova classe dirigente, da scegliere con le primarie. La vecchia gestione del potere, di cui Dellai è stato il miglior esponente, non ci porterà da nessuna parte». Guarderà pure il Trentino da Bruxelles, dov’è direttore dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode, ma di politica trentina Giovanni Kessler parla come se ne masticasse tutti i giorni. E alla vigilia di un anno doppiamente elettorale, l’ex presidente del consiglio provinciale invoca una svolta nel modello di gestione dell’autonomia. Kessler, come vede dal suo osservatorio europeo questo assedio all’autonomia e lo scontro frontale di questi mesi con il governo Monti? Vedo una pericolosa mistificazione, di chi - e non sono pochi ai vertici della Provincia - fa percepire ogni modifica all’assetto istituzionale e ogni richiesta finanziaria come un attacco all’autonomia. Questo fa coincidere l’autonomia con il mantenimento dell’esistente, mentre anche il Trentino deve fare i conti con la crisi di un modello di sviluppo. Non sono Monti e l’Europa ad obbligarci a farlo, ma la realtà. Questo modello è ancora sostenibile? No, e non solo economicamente. Non è nemmeno auspicabile e democratico.L’ultimo esempio è la gara per l’A22. È stata definita un nuovo schiaffo del governo a Trento e Bolzano. Lei cosa pensa? Discutiamo di tutto. Ma il modello che vogliamo qual è ? Un monopolio necessario com’è l’autostrada, indispensabile per andare al Brennero o a Monaco, lo diamo con una trattativa politica a chi fa la voce più grossa o con una gara pubblica, pulita, europea? Sarebbe questo un attacco all’autonomia? E se noi non dovessimo vincere la gara sarebbe un vulnus? Ma dove mai? È un modello di relazioni politiche ed economiche, di gestione del potere che negli ultimi vent’anni ha funzionato ma oggi è giustamente messo in discussione. Ma se lei stesso dice che fin qui il modello ha funzionato, cos’è che non va oggi? Occorre innanzitutto cambiare completamente l’intervento pubblico in economia. Significa gara per l’A22, ovvero meritocrazia. Significa basta con le imprese che non si assumono più un rischio se non hanno la schiena coperta, con una Provincia che con i lease back fa il banchiere dove le banche non lo fanno più, che acquista i muri della Whirlpool, che droga il mercato delle costruzioni. Il messaggio che non si fa imprenditoria se non si è ben collegati con il potere politico. Ma così non si aiutano le imprese a crescere. La Provincia rivendica che le società in house in Trentino hanno funzionato bene. Cos’hanno garantito? Che i funzionari provinciali in pensione andavano messi lì. Ma è possibile che ci siano mercati interi in mano a società pubbliche? Come fa un giovane imprenditore che volesse creare una società di servizi informatici a competere con Informatica Trentina che dà tutti i servizi alla Provincia? Questo è un blocco allo sviluppo imprenditoriale. Diceva che serve un cambiamento anche sul piano istituzionale. Come? Abbiamo un apparato ipertrofico che non è più economicamente sostenibile, non è efficiente e non è neanche democratico. Perché un Comune di 200 abitanti con 150 votanti non è più democrazia ma è una famiglia che decide sulle altre. Abbiamo il doppio di Comuni dell’Alto Adige, una pletora di rappresentanti e non si capisce più chi amministra tra le Comunità di valle e i Comuni. Oggi l’autonomia si difende giocando d’anticipo, come abbiamo fatto più di 40 anni fa, con il piano urbanistico provinciale, il diritto alla scuola. Trovando modelli nuovi di sviluppo. E spendiamo pure una parola di imbarazzo sul grave stato di crisi della Cooperazione trentina, crisi di classe dirigente e capacità decisionale. Il 2013 in Trentino sarà un anno doppiamente elettorale e il centrosinistra, in primis il Pd, pare in difficoltà in vista del dopo-Dellai. Come si sceglierà il successore? Premesso che non ho interessi personali, lo dico perché ogni volta mi viene rinfacciato, ribadisco quello che è scritto nel dna del Pd: la scelta del candidato presidente non viene fatta dalle trattative tra partiti, ma dagli elettori del centrosinistra. Che sceglieranno tra i candidati che avranno il coraggio di presentarsi con un loro progetto per il Trentino. Così si favorisce un dibattito pubblico e aperto. La discontinuità è nei fatti perché Dellai non ci sarà più come presidente, e una discontinuità è necessaria perchè Dellai ha rappresentato un modello di gestione dell’autonomia che oggi è superato. Le primarie sono un’occasione da prendere al volo. Primarie di Pd o di coalizione? Non si rischia un surplus? E se fossero interne non rischiano di rompere il Pd? Ma non si spacca nessuno! L’abbiamo fatte per il sindaco di Trento e non è scorso il sangue. Di primarie se ne fa una, a cui aderiscono i partiti del centrosinistra che vogliono partecipare: vinca il migliore e quello sarà il candidato di tutti. Gli altri partiti non vogliono partecipare? Le farà il Pd da solo e il vincitore sarà il candidato, non negoziabile. Tutte le altre discussioni, su Pacher, Zeni, Olivi, Rossi, sono aria fritta. A novembre lei diceva “guardiamo anche al di fuori del consiglio provinciale”. Oggi non vede candidati politici con le carte in regola? Se le primarie sono fatte bene, allora anche candidati che non sono direttamente dentro la politica hanno la possibilità di partecipare con speranze. Dopodiché penso che in consiglio ci sono candidati degni. Pacher avrà più carte da giocarsi se Dellai si dimettesse per candidarsi in parlamento? Ma cosa vogliamo che Pacher faccia in 6 mesi di diverso da quello che ha fatto in 5 anni? Gli sarà chiesto di fare il vicepresidente facente funzioni che porterà al voto. Come vede l’ipotesi di Dellai candidato per il Pd al parlamento? I partiti non sono autobus dove si sale quando serve. Dellai è alla ricerca, si è capito, di un nuovo involucro che gli permetta di andare a Roma. Auguri, è sempre stato bravo a fondare partiti ogni 4 anni e magari a Roma potrà anche fare bene per il Trentino. Certo nel Pd non sarebbe credibile, sarebbe riduttivo per lui e offensivo per il Pd. Cosa pensa dei movimenti al centro di questi tempi, da Grisenti a Tarolli, a Dalfovo? Il Trentino ha bisogno estremo di una nuova classe dirigente. Leggendo di questi progetti me ne convinco ancor di più. Pur con i meriti che può avere avuto la vecchia gestione, di cui Dellai è il miglior esponente, non ci porterà da nessuna parte. Soddisfatto della sua scelta all’Olaf? Non le manca la politica? Sto bene perché è una scelta che mi consente di conciliare due dimensioni della mia vita professionale, le indagini sulla corruzione, e quella di legislatore sulle politiche anti-frode. Sono progetti entusiasmanti.
Seguici su YouTube
Partito Democratico del Trentino