ARCO - Pd: «Nilla Bertamini deve dimettersi dalle commissioni»

ARCO - La richiesta informale è nota da tempo, ma oggi diventerà ufficiale e pubblica con un intervento di Flavio Tamburini, a nome del Pd e dell'intera maggioranza, in Consiglio comunale. Alla regina delle preferenze, Nilla Bertamini,verrà chiesto di dimettersi dalle due commissioni di cui fa parte (urbanistica e politiche sociali) per «riequilibrare» la rappresentanza, poiché vota pressoché stabilmente con le opposizioni.
"L'Adige", 6 agosto 2012

«Abbiamo compiuto tutti i passi formali che si fanno in casi come questi - spiega Tamburini - ma la situazione non è cambiata».
Per questo, nella prima delle due sedute di agosto del Consiglio (domani l'altra, con la  ratifica dell'accordo di programma sulla Rete di riserve del Sarca, cioè il parco fluviale all'ordine giorno), la maggioranza ha deciso di chiedere anche formalmente un passo indietro alla consigliera «ribelle». Anche per il sindaco, fa sapere Tamburini, si tratta di «un passaggio doloroso», perché la maggioranza intende presentarsi unita e compatta. I democratici arcensi non sono nemmeno disposti ad accettare quelli che definiscono «giochetti», ovvero la richiesta di tesseramento avanzata al Pd direttamente a Trento, anziché ad Arco. Perché ad Arco che Nilla Bertamini è amministratrice.
«Il nostro - dice Tamburini - sarà un richiamo ad un comportamento equo, anche perché lei si esponga e dica pubblicamente come la pensa, per fare chiarezza». Ma sulla richiesta di dimissioni, per restituire alla maggioranza i numeri nelle due commissioni, non dovrebbero esserci marce indietro. «Mi pare evidente - conclude Tamburini - che non ci sia più un rapporto di reciproca fiducia».
In aula approderà anche la mozione sulle autonomie.
Oltre a quella del Patt firmata da Stefano Bresciani e Claudio Zanoni (analoga a quella proposta in altri comuni del Trentino), lo stesso sindaco Paolo Mattei si farà promotore di un documento «mutuato» da quello del Consiglio delle autonomie. La speranza della maggioranza è quella di riuscire ad approvare un dispositivo largamente condiviso a sostegno dell'attività diplomatica dei vertici della Provincia a difesa ed a tutela dell'autonomia speciale, con un invito diretto allo stesso Governo dei tecnici. Tra i due testi ci sono delle differenze, ma una mediazione sembra decisamente alla portata.