Minacciare l'Autonomia è un rischio

Estratto del discorso alla Camera del 2 agosto 2012

Mettere in crisi una porzione di territorio delicata come il Trentino-Alto Adige è questione da non sottovalutare. A prescindere dal fatto che la sua speciale autonomia è fondata su un accordo internazionale (il patto Degasperi-Gruber), è necessario tenere conto di quattro circostanze che fanno di una questione locale (quella del Trentino-Alto Adige) una questione nazionale.
Laura Froner, "Trentino", 3 agosto 2012

Innanzitutto la speciale autonomia del Trentino-Alto Adige/Sudtirol ha consentito di superare un conflitto etnico le cui proporzioni sono state di fatto rimosse. Ricordo solo che tra la metà degli anni ’50 e la metà degli anni ’60 sono stati compiuti 350 attentati. All’inizio degli anni ’60 in Alto Adige c’era il coprifuoco, gli ingressi dall’Austria richiedevano il visto, e sei alberghi di Bolzano erano stati requisiti e occupati dai battaglioni mobili. Ora la convivenza è pacifica e collaborativa e questo non è un risultato da poco.

In secondo luogo, una regione povera e segnata dai ricorrenti flussi emigratori di grandi proporzioni è divenuta una realtà solida e si ritrova tra le prime posizioni nelle graduatorie nazionali del benessere. Anche questo ha un suo preciso significato che non può prescindere dalla speciale Autonomia di cui gode.

In terzo luogo, il Trentino-Alto Adige ha esercitato in toto, con senso di responsabilità, competenze di estrema delicatezza - dall’istruzione superiore all’università, dalle soprintendenze storico-artistiche all’ispettorato del lavoro, dal governo del territorio e del paesaggio alla protezione civile (ricordo che accanto al corpo permanente dei Vigili del fuoco ci sono in Trentino circa 5.000 volontari, che hanno dato prova di sé in ogni frangente in cui il nostro Paese è stato investito da terremoti o da altre calamità). La capacità di gestire la cosa pubblica non è un valore che può essere mortificato da scelte poco accorte o irrispettose.

Infine, l’esercizio della speciale autonomia per oltre sessant’anni ha dato forma e sostanza non solo ad un’architettura istituzionale del tutto peculiare ma anche ad un modo di essere della comunità. Un modo di essere pregiato ma delicato. Un’azione legislativa e amministrativa da parte del Governo non rispettosa del nostro impianto statutario e tagli di bilancio non appropriati e di fatto incompatibili con la particolare situazione della Regione, metterebbe a serio rischio le nostre capacità di tenuta. Non credo che l’Italia tutta troverebbe giovamento dall’entrata in crisi di un territorio che ha dimostrato di sapersi autogovernare e di sapersi assumere le proprie responsabilità. Per questo, nel ribadire che il concorso al risanamento del Paese è un obiettivo primario e condiviso, cerchiamo però di perseguirlo con la consapevolezza della posta in gioco e con modalità che non creino danni inutili e irreparabili.