Commercio: programmazione integrata, autonomia a Comuni e Comunità e valorizzazione centri storici

La Giunta provinciale ha approvato oggi un disegno di legge che propone alcune modifiche alla disciplina del commercio. Le nuove disposizioni sono coerenti al processo di liberalizzazione in atto stimolato dal governo Monti, ma contestualmente confermano la “via trentina” alla modernizzazione del settore non rinunciando a governare la qualità dei nuovi processi di insediamento.
Alessandro Olivi, 27 luglio 2012

Tra gli obiettivi della riforma del settore del 2010 vi era il contenimento dell’impatto immobiliare nuovo e la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, mettendo al riparo il commercio da una grande insidia: il prevalere degli interessi legati al business immobiliare rispetto a quelli di natura imprenditoriale e commerciale. Al tempo stesso però si vogliono introdurre politiche innovative capaci di offrire agli operatori strumenti in grado di rispondere alle nuove tendenze in atto che ci mostrano come la progettazione del commercio sia sempre più caratterizzata dalla ricerca di una maggior interazione con il contesto e da una maggior qualificazione dell’offerta improntata alla sostenibilità.
I processi di liberalizzazione nazionali in corso ci rafforzano su questo percorso manifestando la necessità di elaborare nuovi strumenti per governare le dinamiche di localizzazione del commercio non più riconducibili ai consolidati paradigmi di pianificazione fondati sul solo rispetto di soglie quantitative determinate da un presunto equilibrio tra domanda e offerta. Senza perciò rinunciare al governo dei processi di insediamento, la futura programmazione commerciale dovrà necessariamente fondarsi su un progetto innovativo di scenari territoriali di sviluppo adottando norme di carattere urbanistico e ambientale che introducano standard qualitativi per l’insediamento delle grandi superfici. A questo fine, anticipando i tempi dei provvedimenti del Governo la Provincia ha affidato lo scorso anno al Politecnico di Torino uno studio innovativo ed articolato che, in relazione alle diverse realtà territoriali, ci fornisce le potenzialità di sviluppo, indica la strada per promuovere la qualità dei territori, analizza e approfondisce profili di natura ambientale e urbanistica.
Per quanto riguarda quindi, più nel dettaglio, il disegno di legge approvato oggi, la principale novità riguarda la deprogrammazione degli insediamenti commerciali all’interno del centro storico, fermo restando ovviamente il rispetto dei criteri urbanistici - edilizi e delle destinazioni d’uso. Questa decisione mira a valorizzare i centri storici, confermando l’orientamento dell’attuale disciplina: il commercio non riveste solo una funzione economica ma è un fattore essenziale per far vivere le nostre città.
Centrale in questa prospettiva è il ruolo delle Amministrazioni locali alle quali verrà affidata sempre più autonomia. Ai Comuni viene tra le altre cose attribuito un ruolo decisivo per la pianificazione degli esercizi di piccola e media dimensione. Le Comunità invece, d’intesa con i Comuni, avranno invece la responsabilità di pianificare – attraverso il Piano territoriale ed avvalendosi anche degli studi condotti dal Politecnico di Torino – le strutture di vendita di dimensioni maggiori, in quanto generano effetti, in termini di traffico, inquinamento, impatto su ambiente e paesaggio, su territori più ampi rispetto a quelli di un singolo Comune.
In questo contesto vengono aumentate le soglie con le quali vengono definite le medie strutture di vendita, che rimangono ancora notevolmente inferiori alle soglie nazionali.
In sintesi quindi, si vogliono introdurre importanti elementi di flessibilità e di semplificazione del settore, con un deciso “investimento” sulle capacità e sulle responsabilità di programmazione dei Comuni e delle Comunità.