Leggo oggi sui quotidiani la notizia dell’ordine del giorno che il senatore Cristano de Eccher ha proposto e fatto condividere dal Governo, trattante il tema dell’organizzazione locale del Corpo dei Vigili del Fuoco delle Province Autonome di Trento e di Bolzano, che (secondo il senatore) sarebbe collegata alle due Province per mere ragioni di ordine politico. A tal proposito, debbo allora evidenziare come il nostro Senatore probabilmente non conosca o non voglia ricordare la storia della nostra terra.Andrea Rudari, 20 luglio 2012
Il sistema pompieristico trentino affonda le proprie radici in tempi lontani; infatti, da noi l’attività di protezione antincendi e di soccorso in occasione di calamità, è sempre stata assicurata da una pluralità di formazioni a base volontaria, costituite e presenti in tutte le comunità, ossia dai Corpi del Vigili del Fuoco volontari comunali.
Queste benemerite formazioni locali, già presenti quando eravamo ancora parte dell’Impero d’Austria, hanno resistito allo scorrere del tempo ed al mutare dello Stato e della sua forma istituzionale; l’attività da esse svolta è stata espressamente contemplata nello statuto speciale per il Trentino Alto Adige (attribuendo alla Regione la potestà di emanare norme legislative nella materia del servizio antincendi) e poi dalla legge regionale 24/1954, che disciplinava il “Servizio antincendi”; tenuto conto delle caratteristiche del territorio regionale, della pluralità delle Municipalità e della necessità di dotarle di semplici ma efficaci strumenti operativi, adeguati al contesto, occorreva che il servizio antincendi venisse assicurato, oltre che dai corpi del vigili del fuoco permanenti di Trento e Bolzano e mediante le squadre antincendi aziendali, soprattutto dai Corpi del vigili del fuoco volontari, capillarmente presenti anche nei più piccoli e remoti comuni della regione. La disciplina e l’impianto del servizio non è poi venuta meno dopo la delega della materia dell’antincendio dalla Regione alle due province autonome di Trento e di Bolzano.
De Eccher parla poi di un percorso di isolamento ed autoreferenzialità, funzionale ad un presunto progetto politico dell’Euregio. Ebbene, il servizio antincendio trentino, svolto dal vigili del fuoco permanenti e volontari, costituisce un unicum in Italia che ci è stato consegnato dalla storia della nostra terra e delle nostre comunità. E’ il nostro vissuto che ci porta oggi un patrimonio pompieristico volontario comunale che conta numeri importanti. Su 217 comuni trentini operano 239 Corpi dei vigili del fuoco Volontari, composti da 5.219 vigili in servizio attivo. Ciò dice della disponibilità di tante persone che vogliono occuparsi gratuitamente della cosa comune: quanto costerebbe allo Stato occuparsi, pagando, direttamente di tutto ciò? Il presidente nazionale dei vigili volontari Gino Gronchi definisce efficacemente il nostro sistema come “una regola in Europa, che diventa eccezione in Italia”, posto che nelle altre province [Bolzano esclusa] i corpi volontari o non esistono proprio o se ci sono, fanno quel che possono andandosi a comperare le divise od usando mezzi di seconda mano ricevuti in donazione da altri corpi. Abbiamo dunque un’eccellenza che tutti ci invidiano, non un istituto “politicamente” utile ad altri disegni istituzionali; semmai è un’eccellenza che ci accomuna alle altre regioni europee più all’avanguardia a cui tutto il sistema pompieristico nazionale dovrebbe tendere, in un’Italia dove il tempo di intervento medio per soccorso urgente si avvicina alla mezz’ora contro i 9 minuti sul nostro territorio, nonostante la considerazione che il Senatore fa in merito alla necessità di un coordinamento nazionale in grado di garantire la tempestività e l’efficacia dei diversi interventi.
Per tutti questi motivi mi pare assolutamente grave che un rappresentante parlamentare di questa terra, ancorché non sia politicamente in sintonia con la maggioranza che la regge, si risolva a rivolgersi al Governo chiedendo che esso intervenga per far inserire i Corpi dei Vigili del Fuoco delle Province Autonome di Trento e di Bolzano nel contesto strutturale ed operativo del livello nazionale.
Vuol dire non aver capito nulla della storia della nostra terra e della nostra gente, non aver capito nulla di quale preziosa risorsa – tecnica ed umana - noi possiamo avvalerci, non aver capito che proprio questo è un esempio di come l’autonomia speciale permetta scelte e risultati egregi.
Seguici su YouTube
Partito Democratico del Trentino