Taglio indennità, Dorigatti chiede di fare presto

«Bisogna dare subito un segnale, in modo tale che non si allarghi la distanza tra la società e la politica».  Bruno Dorigatti , Pd, presidente del Consiglio provinciale di Trento spiega così la necessità di ridurre da subito le indennità. «Occorre che da domani - spiega ancora Dorigatti - si dia ai cittadini un segno forte di riduzione dei costi della politica».
"L'Adige", 3 luglio 2012

Il Pd in questi mesi di discussioni si è detto a favore di una introduzione già in questo scorcio finale di legislatura di nuove regole.
Per  Giorgio Lunelli , capogruppo provinciale dell'Upt, «è fondamentale dare un esempio a tutta Italia, diventando i consiglieri che guadagnano complessivamente di meno». Lunelli non ne fa una questione di tempi di introduzione delle riforme, ma chiarisce che è fondamentale che «le nuove regole siano strutturali». Per l'esponente trentino dell'Upt, poi, è «importante bloccare il meccanismo di maturazione dei vitalizi».
Sul fronte bolzanino a parlare della necessità di fare un discorso più ampio rispetto ai costi della politica complessiva dei consigli provinciali è  Donato Seppi  di Unitalia. «Non si può parlare solamente dell'indennità che viene percepita per fare un paragone su quanto costa un consigliere - afferma Seppi - Occorre anche considerare altri tipi di costi accessori: io dico sempre che il consiglio provinciale di Bolzano costa la metà rispetto a quello di Trento. Ad esempio, se io, che sono unico consigliere di Unitalia, fossi eletto a Trento avrei diritto a due segretarie e a 500 euro al mese in più per il gruppo. Non lo dico perché voglio questo tipo di benefit, ma perché se posso rinunciarvi io, credo che possano farlo anche i colleghi trentini». Seppi sottolinea poi che occorrerebbe intervenire anche sul fronte dei contributi previdenziali individuali che rappresentano un costo diverso per dipendenti, siano essi pubblici o privati, e lavoratori autonomi tutto a svantaggio di questi ultimi, spiega infine il consigliere di Unitalia, che «pagano molti più contributi» in proporzione a quanto poi ricevono di pensione.

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Un taglio di quasi il 10%, pari a circa 500 euro netti al mese, sull'indennità dei consiglieri regionali in carica. Una sforbiciata ai vitalizi futuri, anche per chi li ha già maturati, facendo sì che tutti, dalla prossima legislatura, passino al sistema contributivo. Il passaggio dal 4 al 12% di prelievo di solidarietà sugli ex consiglieri che oggi godono di vitalizi. L'ufficio di presidenza del Consiglio regionale, sotto la guida della presidente Rosa Thaler Zelger, ha trovato ieri un accordo all'unanimità sulla proposta di riduzione dei costi della politica regionale che oggi sarà discussa nella riunione dei capogruppo del Consiglio regionale. Se ci sarà il via libera si apre la strada per il disegno di legge ad hoc. Oggi è previsto anche il confronto con i sindacati regionali.
Se sui contenuti e l'entità dei tagli sembra che ci sia accordo tra i partiti della maggioranza regionale e anche tra Bolzano e Trento, sulla tempistica e sulle modalità degli stessi sembra esserci ancora una certa indeterminatezza.
Il nodo maggiore resta, secondo le posizioni espresse dai partiti trentini e bolzanini della maggioranza, quello relativo a quando fare partire i tagli. Secondo il Pd trentino, ad esempio, sarebbe necessario dare un segnale da subito, senza rinviare la riforma strutturale delle indennità a partire dalla fine del 2013, ossia dall'avvio della nuova legislatura regionale. Per i bolzanini, non solo la Svp, alla luce del maggior costo del consiglio provinciale trentino rispetto a quello altoatesino, le indennità andrebbero sì abbassate, ma solo dopo le future elezioni provinciali.
Il compromesso più probabile, per evitare che Bolzano faccia saltare il tavolo, sembra essere un taglio spostato al 2013, ovvero alla prossima legislatura, ma strutturale. Per i gruppi politici o i singoli consiglieri che volessero dare un segnale prima dell'entrata in vigore delle nuove norme, a quel punto, resterebbe la possibilità di rinunciare volontariamente a circa 500 euro netti di indennità.
In ogni caso, la base di partenza che sarebbe emersa dal confronto di ieri (bocche cucite dell'ufficio di presidenza in attesa dell'incontro decisivo di questa mattina con i capigruppo) porta infatti in direzione di un taglio di circa il 10% della "busta paga" netta dei consiglieri regionali.
La riduzione consistente deriverebbe dalla "scomparsa" della diaria, oggi detassata e che vale 3.200 euro: di fatto verrebbe assorbita nell'indennità e quindi tassata. Il lordo così si abbasserebbe dai circa 14.000 euro attuali a 10.500, il netto dai 6.000 euro attuali circa a 5.500 euro circa. Si arriverebbe infatti a una indennità che arriverebbe a 4.800 euro a cui si aggiungerebbero 700 euro di un nuovo elemento di retribuzione derivato dalla cancellazione della diaria.
La novità rispetto ai progetti del passato riguarda però chi già percepisce i vitalizi come ex consigliere regionale. Il contributo di solidarietà chiesto loro dovrebbe salire dal 4 al 12%. Per quanto riguarda, invece, coloro che il vitalizio lo devono ancora ricevere, pur avendolo già maturato grazie a due legislature piene, si intende modificare il sistema di calcolo. Si propone di attuare il contributivo anche per loro, a partire dalla prossima legislatura, così da avere un calo dell'assegno che si riceverà alla fine del percorso contributivo.
Tra gli altri aspetti ancora da definire restano quelli relativi alle spese rimborsabili ma solamente dietro rendicontazione precisa. In questo caso si ritiene che possano essere rimborsati al massimo 700 euro al mese.