Meccatronica a Rovereto - «Ora il progetto va completato: porteremo qui l'università»

Olivi: «Superiamo le resistenze e seguiamo l'esempio della Germania. L'asse strategico tra Trento e Rovereto non può limitarsi ai musei».
M. Pfaender, "L'Adige", 27 giugno 2012

 Senza l'università, il progetto della Meccatronica sarebbe un'incompiuta. Parola di Alessandro Olivi, che ieri, davanti al mega «buco» su cui sorgerà l'«edificio ad elle», sulla sfida di portare nella Città della Quercia il corso di laurea in Meccatronica ci si è impegnato pubblicamente. «Un progetto di questo tipo - ha argomentato - che investe in un nuovo rapporto tra imprese ed agenzie della conoscenza, non può avere come vulnus l'assenza dell'alta formazione.
 Trento c'è un Corso di laurea in Meccatronica che qui, io credo, deve trovare sede. Perché se vogliamo fare in modo che le competenze siano ancor più a servizio delle imprese, e le imprese possano intercettare prima i migliori talenti, la vicinanza dell'università è un fattore di competitività al quale non possiamo rinunciare».
Il trasferimento da Trento delle aule di meccatronica non sarà, eventualmente, senza attriti. Due, in sintesi, le criticità principali. Una resistenza dogmatica, discendenza diretta della scuola di pensiero che vuole la formazione accademica indipendente e distinta - anche logisticamente - dalle richieste contingenti del mercato e votata esclusivamente al perseguimento dell'avanzamento puro della conoscenza, e una resistenza di tipo culturale, figlia della visione trentocentrica di parte della classe dirigente trentina. «Senza voler dare lezioni a nessuno, e rispettando tutte le posizioni - mette le mani avanti Olivi - avanzo due osservazioni: nella nostra Provincia guardiamo spesso a Nord, chi con nostalgia per il passato chi con ammirazione per il presente.
Ora, nel mondo dell'industria germanico le piattaforme di integrazione tra atenei e distretti produttivi sono un dato di fatto; le facoltà sorgono a fianco delle imprese e nessuno vede un svilimento dell'accademia in questo; anzi, è questa vicinanza, anche fisica, che costituisce l'ossatura di quel sistema duale che favorisce la preparazione dei giovani in funzione delle esigenze del mondo del lavoro e che tanto viene invocato oggi dalle imprese trentine».
Al parziale riallineamento della distribuzione geografica dell'università trentina - il progetto di Olivi prevede il trasferimento di un solo corso di laurea, la facoltà resterebbe sempre a Trento - dovrà corrispondere un aumento della frequenza. «I numeri - argomenta Olivi - ci dicono che a oggi il nostro sistema univesitario non risponde alla richiesta del mercato di ingegneri specializzati in meccatronica». «Il moloch della trentocentricità poi non è ciò che serve al Trentino policentrico e polifunzionale cui puntiamo da tanto. La piattaforma Trento - Rovereto, la tanto invocata "città dell'Adige", la vogliamo solo per i musei o vogliamo costruire una vera piattaforma della conoscenza?».
«Sta per partire uno dei cantieri più importanti di questi ultimi anni – ha evidenziato Olivi - non solo per l'intensità della domanda pubblica, che mette a disposizione delle imprese quasi 20 milioni di euro, ma perché consente di fare un altro passo avanti concreto, decisivo, nella realizzazione di quella piattaforma tecnologica e produttiva che sarà il Polo della Meccatronica. Luogo che facendo dialogare produzione, istruzione tecnica, formazione professionale con l'apporto decisivo dell'Università, diventerà punto di riferimento per la meccatronica a livello nazionale». Di fronte a un progetto simile, evidentemente, le rivalità lungo l'Adige devono farsi da parte.