Indennità sindaci, il Pd contro Bizzo

Critiche al disegno di legge della giunta regionale che prevede un'intesa con i Comuni ritenuta troppo macchinosa per riuscire a tagliare 1 milione di euro. Il Partito Democratico rilancia la proposta Cogo accantonata nel 2009, ma gli altoatesini temono che i tagli penalizzino il gruppo italiano. Si va verso regole separate.
L. Patruno, 22 giugno 2012

Il Pd trentino non è convinto del disegno di legge inviato al Consorzio dei Comuni dall'assessore regionale agli enti locali, Roberto Bizzo (anch'egli del Pd ma di Bolzano), che prevede di ridurre i costi della politica nei Comuni con un taglio di almeno 1 milione di euro in Trentino e altrettanti in Alto Adige e di eliminare le indennità per gli assessori dei Comuni sotto i 2.000 abitanti. E comunque vuole andare avanti con il disegno di legge di Margherita Cogo che prevede la riduzione del numero di consiglieri e assessori comunali di circa il 25% (1.500 nel solo Trentino).
Ieri, i consiglieri del gruppo provinciale del Partito democratico hanno incontrato i colleghi di partito altoatesini, gli assessori Roberto Bizzo e Christian Tommasini, proprio per concordare la linea d'azione sia sul taglio dei costi della politica a livello di consiglieri regionali/provinciali - proposta della presidente del Consiglio, Rosa Thaler - sia appunto sull'intervento che riguarda i Comuni.
Troppo macchinosa e indefinita è stata ritenuta dal Pd trentino la previsione fatta da Bizzo nell'art. 1 del suo disegno di legge per arrivare al risparmio di 1 milione di euro di costi della politica nei Comuni.
L'assessore Bizzo ha stabilito infatti che la giunta modifica il regolamento regionale che definisce le indennità e i gettoni degli amministratori comunali e delle Comunità di valle «sulla base di una proposta formulata congiuntamente, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, dal Consiglio delle autonomie locali». L'articolo aggiunge: «In assenza della proposta la Giunta regionale, entro i successivi 20 giorni, procede alla modifica del regolamento apportando tagli lineari agli importi ivi previsti nella misura necessaria a conseguire il risparmio di spesa».
Insomma, la giunta regionale lascia che siano i Comuni a indicare dove tagliare e poi procede di conseguenza. Ma quello che non si capisce è come la giunta regionale possa intervenire da sola se i Comuni dovessero dire che il risparmio lo vogliono fare non tagliando le indennità ma, ad esempio, riducendo il numero di assessori - ipotesi sulla quale sta già ragionando il Consiglio delle autonomei di Trento - o dei consiglieri comunali. Può la giunta tagliare il numero dei consiglieri e degli assessori comunali senza necessità di una legge che lo preveda? Il Pd trentino è convinto di no. E se anche lo potesse fare da un punto di vista giuridico, il Pd ritiene che non dovrebbe farlo da un punto di vista politico, perché una decisione del genere spetta al consiglio regionale dove, per altro, è già all'ordine del giorno della seduta del 3 luglio il disegno di legge presentato nel 2009 dall'allora assessore agli enti locali Margherita Cogo che prevede proprio il taglio dei consiglieri e degli assessori comunali di circa il 25%.
«Noi - spiega Luca Zeni, capogruppo del Pd trentino al termine dell'incontro, - ripartiamo da questo disegno di legge anche perché nella proposta Bizzo non si parla di riduzione del numero dei consiglieri e degli assessori. La proposta Cogo è condivisa dalla Svp, ma qualche anno fa fu bloccata dall'ostruzionismo dei partiti di destra italiani dell'Alto Adige ceh temono di perdere rappresentanza, così come c'è proeccupazione nel Pd altoatesino. Se sarà l'unica strada penso che potremo fare norme diverse per Trento e Bolzano».
Il gruppo ha incontrato anche i presidenti di circoscrizcione del Pd che si sono dimostrati favorevoli a una riduzione dei consiglieri circoscrizionali, delle indennità dei presidenti e dei gettoni del 25%.