Calano i soldi, la coalizione fa i conti

Le scelte di politica economica che la Provincia di Trento si trova a dover assumere per affrontare una crisi ormai strutturale non possono prescindere - oggi più che mai - dai conti delle risorse che si hanno a disposizione, conti che però sono sempre più difficili da fare. Per questo il Partito democratico, per voce del suo capogruppo Luca Zeni nelle settimane scorse in consiglio provinciale aveva chiesto con un'interrogazione al presidente Lorenzo Dellai qualche cifra in più sulle previsioni dei crescita (o decrescita) in Trentino e delle entrate della Provincia, nonché il quadro dell'indebitamento dell'ente pubblico.
L. Patruno, "L'Adige", 11 giugno 2012

Il risultato è che oggi su questo tema si terrà una riunione di maggioranza in cui il presidente Lorenzo Dellai dovrebbe fornire gli agognati dati e fornire alcune proiezioni sulla situazione dei conti per il 2012 e il 2013, ultimo anno della legislatura.
«La mia - dice Luca Zeni - è una riflessione che parte da lontano, ovvero dallo sforzo che è chiamata a fare la politica per trovare nuove chiavi di lettura della realtà e trovare soluzioni di fronte a una crisi ormai strutturale. In questo ragionamento il ruolo della Provincia è fondamentale».
«Sappiamo già - aggiunge Zeni - che nei prossimi anni le risorse saranno in calo perché è venuta meno la quota variabile e dal 2018 non avremo più neppure i 500 milioni l'anno di arretrati che lo Stato ci deve. In più abbiamo assunto nuove competenze (università e ammortizzatori sociali) e altre ne vogliamo assumere per 450-500 milioni e questi sono costi non indifferenti. Poi ci sono le incognite della riserva all'erario, le richieste del patto di stabilità e le previsioni del calo del Pil nel 2012». Il capogruppo del Pd parte da tutto questo per dire che: «È necessario fare il punto della situazione per ricalibrare gli interventi, penso a investimenti che vincolano i bilanci futuri per anni e alla necessità di selezionarli meglio e in modo più trasparente di quanto si sia fatto fino ad ora, usando il conchiuso di giunta invece della delibera, come accaduto in qualche discutibile finanziamento di società funiviarie».
«Credo - aggiunge Zeni - che sui contributi alle imprese ora che i problemi sono di lungo periodo dovremo aggiustare le misure come il lease-back e altre utilizzate al momento dell'esplodere della crisi per non salvare chi non è da salvare». Zeni invita anche a tenere conto come riferimento della spesa standard che vale per le Regioni ordinarie, come metro di confronto con gli altri che «può aiutare a migliorare o a dimostrare che siamo migliori».
Oggi dunque si vedrà se nella maggioranza si aprirà un dibattito per aggiustare il tiro nell'ultimo scorcio di legislatura. L'assessore alla salute e welfare,  Ugo Rossi , non ha dubbi: «Molto si può fare per ridurre le spese. Nel mio settore, la sanità, sono riuscito a risparmiare 35-40 milioni l'anno senza ridurre i servizi, solo migliorando il sistema di acquisto e altre riorganizzazioni. Sulle imprese poi io sono sempre stato critico sul lease-back e penso che vada riorganizzato tutto il settore delle politiche del lavoro con meno corsi di formazione generici e più politiche per i giovani, soprattutto l'apprendistato, e l'occupazione femminile».
Rossi si dice inoltre convinto che la Provincia possa «risparmiare il 10% su tutti gli appalti puntando su opere più sobrie».