I capigruppo del Pd si confrontano sulle criticità e chiedono correttivi alla riforma: definire meglio le competenze dei Comuni."L'Adige", 7 giugno 2012
Dopo il referendum di fine aprile si rianima il dibattito attorno al futuro delle Comunità di valle. Si individuano nodi problematici, si suggeriscono ipotesi. Questo avviene in Giunta provinciale come nei partiti e nei territori.Nei giorni scorsi, a Malè, si sono incontrati amministratori e consiglieri di tre diverse Comunità di Valle – quelle delle Giudicarie, della Val di Non e della Val di Sole – che fanno riferimento al Partito Democratico ma che anzitutto sentono la responsabilità di rendere efficace l'ente in cui sono stati eletti e per il quale hanno speso questo ultimo anno e mezzo.«Molti - si legge in una nota firmata Ilaria Pedrini, ma condivisa anche dagli altri capigruppo del Pd nelle Comunità - sono stati i punti comuni di insoddisfazione sull'applicazione della legge di riforma istituzionale, e ancor prima sulle norme stesse che regolano la nascita della Comunità di valle, in particolare la non chiarezza di imputazione di responsabilità fra l'ente Comune e l'ente Comunità. Una situazione che rende pensante il lavoro degli amministratori comunali e incerto il procedere degli amministratori delle Comunità. Di fronte a questa constatazione condivisa, si è deciso di continuare questo lavoro di rete per procedere nel dialogo con i partiti partner della coalizione di governo delle singole Comunità, nonché con gli organismi che, in diversi contesti (dentro i partiti o in Provincia), stanno elaborando proposte di modifica della riforma».«Una cosa è chiara a tutti - conclude Pedrini - le Comunità di valle devono decollare ed essere messe in grado di funzionare. Con urgenza».
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