"Chiuso un ciclo. Ora terzo statuto"

Pacher: «L'Autonomia deve diventare uno stato d'animo. Ci sono molte strade da percorrere anche con l'Alto Adige per una visione comune del domani».
G. Fin, "L'Adige", 28 maggio 2012

«Vogliamo rilanciare un'idea forte di autonomia e non siamo andati certamente a Roma per chiedere favori, sconti o protezioni». ha preso spunto dalle polemiche degli ultimi giorni, il governatore Lorenzo Dellai, per parlare durante l'incontro promosso l'altra sera dal circolo Gaismayr di Trento, dei passi futuri dell'Autonomia trentina, gettando anche uno sguardo oltre le elezioni provinciali del 2013.
«Il governo - ha spiegato Dellai -  sembra proprio non aver letto ancora le nostre carte. Quello che noi vogliamo rilanciare è un nuovo patto di responsabilità. Lo Stato deve rinunciare, però, alle continue  incursioni nell'autonomia ed accettare di delegarci compiti e funzioni che noi sappiamo di poter fare meglio». Oggi, ha spiegato il presidente, possiamo dire che un ciclo si è chiuso e, prendendo spunto dal linguaggio web,  richiama la necessità di arrivare ad una «autonomia 3.0».
«Siamo - ha affermato -  nel pieno di un cambiamento. I rischi sono sempre molti, ma possono nascere anche grandi opportunità. Ci apprestiamo a varare un terzo statuto che non dovrà essere organizzativo o giuridico ma di ispirazione e di visione».
Una riflessione di ampio respiro quella di Dellai che ha preso spunto anche dall'attuale quadro politico nazionale mettendo in evidenza la crisi di una destra che «si è spappolata e si aggrappa faticosamente a brandelli di futuro cercando di costruire, attraverso marketing elettorale, una prospettiva.
La crisi della Lega Nord - ha aggiunto - porta oggi le regioni ordinarie del nord ad essere meno autonome e più lontane del Paese». Ma una situazione problematica la si ritrova anche nella sinistra «che risente di molte contraddizioni nell'affrontare temi di frontiera e questioni sociali nuove».
La politica in trentino non deve essere meramente fotocopia di quello che accade a livello nazionale perché vi è la necessità di costruire un'autonomia integrale, ispirata al principio di responsabilità con un forte richiamo ai simboli». Corriamo il  rischio - continua Dellai - dell'omologazione verso modelli centralistici metropolitani. Siamo una Comunità autonoma e la forza di un popolo sta nel senso della sua identità».
A sottolineare l'importanza di arrivare ad una «autonomia 3.0»  sono stati anche l'assessore Ugo Rossi e il vicepresidente Alberto Pacher. «L'Autonomia - ha spiegato quest'ultimo - deve diventare uno stato d'animo. Ci sono molte strade da percorrere anche con l'Alto Adige per una visione comune del domani».
L'autonomia ha ancora senso per affrontare il futuro è invece il pensiero di Ugo Rossi ma affinché questo avvenga «dobbiamo toglierci dalla testa - ha detto -  il senso di colpa che molti hanno. Serve guardare la realtà per capire che oggi nulla è più uguale a ieri». Secondo l'esponente del Patt, i pericoli per l'autonomia derivano dal considerare sufficiente una buona amministrazione anche senza ideali, che l'autonomia possa esserci sempre, banalizzandone il valore politico ed infine dall'incapacità di guardare oltre i confini regionali. «Per un nuovo progetto politico di lunga durata - ha concluso - dobbiamo partire dal territorio e da quello che siamo».