Non sarà un controllo sull'informazione

Venerdì il Governo ha approvato un disegno di legge per incentivare l'editoria; sostenendo l'innovazione e soprattutto le start up e le iniziative editoriali che puntano alla multimedialità, al fine di modernizzare e sviluppare il settore. I criteri prescelti sono l'occupazione effettiva, l'innovazione digitale, le vendite.
Sara Ferrari, "L'Adige", 13 maggio 2012

Qualche giorno fa ho presentato una proposta di legge provinciale che va esattamente nella medesima direzione per affrontare il tema della crisi dei media tradizionali nell'epoca del web, che colpisce anche il nostro territorio. Il mio disegno di legge nasce da un confronto lungo un anno con quegli editori locali che hanno avuto piacere di ragionare su questo. L'ipotesi di intervenire con aiuti in cambio di requisiti e trasparenza, così come anche il risparmioso governo Monti ha deciso di fare, riconosce che questo è un settore strategico per il futuro e la democrazia. La proposta di cui sono prima firmataria è anche uno stimolo alla discussione e all'apertura di un dibattito, pertanto apprezzo che il presidente dell'ordine dei giornalisti abbia deciso di commentarla sull'Adige. Sono necessari però alcuni chiarimenti, perché forse il testo si presta a fraintendimenti notevoli delle reali intenzioni e dunque andrà migliorato. Lo scopo della legge è che la Provincia, così come sostiene l'innovazione dell'imprenditoria in generale in Trentino, abbia un ruolo attivo anche per il rinnovamento del sistema della comunicazione, con sostegno delle spese di gestione e di investimento per l'acquisizione e l'innovazione di strutture, attrezzature e mezzi di produzione, individuando meccanismi premiali a sostegno delle politiche attive del lavoro, della qualità e del pluralismo dell'informazione sia cartacea che su radio, tv e web.
Si dovrà dare la priorità a chi investe in risorse umane, con particolare riguardo ai giovani e alle donne, stabilizzando i rapporti di lavoro e garantendo la formazione permanente; a chi favorisce le aggregazioni dell'editoria e dell'emittenza locale per la produzione e diffusione di contenuti comuni; chi ha progetti editoriali basati sulla convergenza multimediale; chi ha forma giuridica cooperativa o non profit. L'attenzione  alla situazione di precariato di tanti giornalisti è dunque centrale e credo che su questo tema anche l'ordine dei giornalisti possa dare un gran contributo nel segnalare i casi di abuso verso i lavoratori.
La Provincia di Trento attualmente informa i propri cittadini attraverso le testate giornalistiche che vengono pagate per pubblicare e diffondere l'informazione istituzionale e le campagne pubblicitarie istituzionali, noi prevediamo che la distribuzione di queste notizie debba essere fatta non in maniera «casuale» a una piuttosto che ad un'altra testata, ma in considerazione di una serie di criteri il più possibile oggettivi tra cui anche il numero di utenti, che deve essere reso pubblico e dunque trasparente da parte del Comitato Provinciale per le Comunicazioni, organismo di vigilanza. Per l'indipendenza dell'informazione pensiamo che si debba legare il finanziamento pubblico a questo tipo d'impresa solo a requisiti strutturali e a criteri oggettivi.
Auspico che avremo occasione di discutere insieme a tutti i gli interessati e di raccogliere i più utili contributi al fine di arricchire la proposta di legge.