È sempre più teso in questi giorni il rapporto tra il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, e il capogruppo del Pd, Luca Zeni, che in parte parla a nome del gruppo provinciale, in parte ci mette del suo.L. Patruno, "L'Adige", 11 maggio 2012
Il governatore non ha gradito che Zeni abbia guidato il fronte che ha stoppato martedì scorso il «pacchetto» di emendamenti sblocca-appalti che il presidente Dellai voleva infilare nella legge che è stata approvata ieri in consiglio provinciale. Ha dovuto invece ritirarli e trasformarli in un autonomo disegno di legge che approderà - secondo le garanzie del presidente del consiglio Bruno Dorigatti - nella settimana dal 22 al 24 maggio.Ma anche nel merito di quel disegno di legge Zeni si prepara a dare battaglia: «Ci sono alcuni aspetti critici in quel testo tra cui quello sulla riduzione dei controlli sulle imprese con la motivazione che c'è la crisi e la troppa discrezionalità lasciata alla giunta». E non è l'unico punto.Ieri, poi, in aula le osservazioni critiche espresse da Luca Zeni sulla parte della legge relativa all'assegno una tantum alle famiglie di reddito medio-basso, hanno fatto friggere sulla sedia il presidente della Provincia che in fase di replica, al termine della discussione generale sul provvedimento, è sembrato infatti rispondere quasi esclusivamente al capogruppo del Pd, ignorando le osservazioni dell'opposizione.Zeni ha sostenuto che l'assegno alle famiglie non è una misura tampone che non risolve il problema ma dimostra solo che la Provincia ha ancora soldi da spendere. «Con questo assegno alle famiglie - ha detto Zeni - abbiamo suscitato l'ilarità delle regioni vicine a noi.Servono misure strutturali non misure una tantum per affrontare una crisi che non è contingente ma è un cambiamento di fase. Dobbiamo utilizzare le risorse in modo più sostenibile e selezionare gli investimenti». Già il giorno prima con un'interrogazione, Zeni aveva fatto innervosire Dellai chiedendo le cifre del gettito provinciale del primo trimestre 2012.E non è sutto. Zeni ha contestato anche le nuove regole più rigide sul reddito di garanzia a sostegno di chi si trova sotto la soglia di povertà che l'assessore Rossi ha presentato nei giorni scorsi ai sindacati. «Dobbiamo stare attenti - ha detto il capogruppo del Pd - a ridurre il reddito di garanzia che è una misura strutturale e usare le stesse risorse 15 milioni per un assegno una tantum a redditi medi». Dellai non ci ha visto più e ha replicato: «Sappiamo bene che questo assegno è un intervento tampone e basta perché è una misura d'emergenza che per un padre di famiglia può però essere significativa. Ma abbiamo altre misure più strutturali: non abbiamo scoperto che questa è una crisi strutturale ascoltando gli interventi di alcuni colleghi in quest'aula».
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