Il Comune «frena» le slot machine

Il sindaco non teme ricorsi: "A Moena caso diverso". Niente slot machine e video lottery a meno di 500 metri dai luoghi sensibili, cioè centri di aggregazione giovanile, scuole, strutture socio-sanitarie, luoghi frequentati dagli anziani.
F. Gottardi, "L'Adige", 10 maggio 2012

Il consiglio comunale ha dato ieri sera il via libera a larga maggioranza, con 34 voti a favore e 9 contrari, al regolamento che limita il proliferare di quelli che in linguaggio tecnico si chiamano «apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro» ma che nella realtà si stanno tragicamente dimostrando uno strumento che può creare dipendenza e rovinare famiglie.
Lo stop all'installazione di nuove macchinette (anche nei locali dove già ce ne sono) in realtà non risolverà il problema del gioco patologico e questo è stato sottolineato a più riprese anche durante le dichiarazioni di voto, ma è comunque un passo, un segnale di ribellione dato dal Comune alla logica di uno Stato biscazziere che ha fatto nascere e alimentato il fenomeno. Un paradosso, quello dei Comuni e della provincia costretti a intervenire per limitare i danni creati dallo Stato, sottolineato in molti interventi in aula.
«In realtà - frena l'assessore Fabiano Condini - noi abbiamo solo voluto tutelare i soggetti a rischio dipendenza ma rimangono in città zone dove gli apparecchi potranno ancora essere installati. Era doveroso informare sui rischi ma non dimentichiamo che i giocatori compulsivi sono una minoranza».
Condini nei giorni scorsi aveva incontrato i rappresentanti dei videonoleggiatori, preoccupati per la campagna contraria e per la legge provinciale che ha dato modo ai Comuni di limitare la diffusione delle macchinette. «Anche loro si rendono conto - afferma l'assessore - che ci sono situazioni di disagio e di pericolo ma vogliono collaborare». In quell'occasione non sono arrivate per il momento minacce di ricorsi al Tar, come avvenuto per la delibera del Comune di Moena.
Proprio il rischio di ricorsi ha tenuto banco nella discussione di ieri.  Nicola Giuliano  in particolare, pur concordando con l'urgenza di intervenire per limitare il fenomeno della dipendenza, ha fatto presenti i rischi a cui i consiglieri si sarebbero esposti votando sì nel caso i tribunali dovessero accogliere futuri ricorsi. Per questo ha chiesto un supplemento di istruttoria agli uffici, senza successo, ed alla fine come capogruppo del Pdl ha annunciato la libertà di voto dei suoi. «Non c'è nulla di politico - ha spiegato - da parte di chi voterà no ma è solo una questione tecnica». Alla fine a favore si sono espressi Luca Trainotti e Francesca Gerosa.
La maggioranza da parte sua non sembra temere eventuali ricorsi e lo ha messo nero su bianco in un emendamento firmato dal sindaco Andreatta, che sottolinea le differenze tra il provvedimento del Comune di Moena, preso di mira dalla società Euromatic, e quello varato a Palazzo Thun. La delibera del Comune fassano in particolare inserisce tra i soggetti sensibili anche i luoghi di culto e perfino i parchi, correndo il rischio di far apparire la scelta strumentale e orientata a imporre un divieto assoluto ai nuovi insediamenti.
Prima della delibera era stata approvata anche la mozione della maggioranza che impegna il sindaco e la giunta a sollecitare organi e organizzazioni competenti ad adottare dispositivi di riconoscimento dell'età dei giocatori e tessere che limitino la quantità di denaro e di tempo impiegati. «Proposte di questo tenore - spiega l'assessore Condini -sono già depositate in parlamento e a quanto ci risulta hanno una buona probabilità di essere approvate».