Alla vigilia della manifestazione degli artigiani edili che si terrà oggi alla sala della cooperazione, ieri il vicepresidente della Provincia e assessore ai lavori pubblici, Alberto Pacher, ha annunciato un'accelerazione nell'entrata in vigore del regolamento di attuazione della legge sugli appalti che dovrebbe consentire di sbloccare i 50 milioni per opere pubbliche che i comuni non sono ancora riusciti a spendere.L. Patruno, "L'Adige", 5 maggio 2012
Martedì - ha detto Pacher - è previsto il passaggio del regolamento in commissione consiliare per il parere e mi auguro che venga licenziato subito. Al che noi siamo pronti a convocare una giunta straordinaria per approvare il regolamento lo stesso 8 maggio o il giorno dopo. Il regolamento sugli appalti - rimarca l'assessore - ha una cogenza obbligatoria per tutti una volta che viene approvato dalla giunta». E il presidente Lorenzo Dellai rivolgendosi ai comuni rincara la dose: «Le misure contenute nel regolamento devono, devono, devono essere applicate». Ripete tre volte «devono», visto che il problema denunciato nei giorni scorsi dal vicepresidente Pacher è che ci sono questi 50 milioni di risorse pubbliche a disposizione che non vengono utilizzati perché i comuni sono troppo lenti nel bandire le gare per l'assegnazione degli appalti.Il nuovo regolamento, condiviso dal Tavolo degli appalti, consente in particolare di limitare a sette le imprese da invitare per gli appalti fino a 500.000 euro di valore e a 12 per quelli da 500 mila a 1 milione di euro. Oggi invece succede che anche per appalti di questa modesta entità i comuni invitino decine se non addirittura centinaia di imprese, molte delle quali di fuori provincia. Un'altra novità riguarda anche il costo del lavoro. Il regolamento prevede l'adozione di un software di controllo da applicare alle offerte delle aziende, così da escludere in via automatica le proposte incompatibili con il costo minimo del lavoro previsto dai contratti di settore.La chiamata di un numero limitato di imprese, secondo la giunta provinciale, consentirebbe di cogliere il duplice obiettivo: accelerare le procedure e soprattutto privilegiare le imprese trentine, visto che si presume che i comuni trentini chiamino le imprese locali.ra le lamentele che le aziende edili trentine rivolgono al governo provinciale e agli enti locali c'è infatti anche quella di non fare abbastanza per sostenere chi ha la sede sul territorio con la conseguenza che le imprese che vengono da fuori e vincono gli appalti con forti ribassi poi non lasciano un buon ricordo dal punto di vista della qualità e del costo finale dell'opera realizzata, oltre che spesso per il rispetto delle norme sul lavoro.Insomma, a parità di costo e di qualità rispetto ai concorrenti i costruttori trentini chiedono di essere considerate dalle amministrazioni pubbliche con un occhio di riguardo.Ma la lentezza degli uffici comunali nel portare in porto gli appalti pubblici fa il paio con l'altrettanto scarsa tempestività dei comuni nell'affrontare le richieste che vengono dai privati per ottenere concessioni edilizie o Dia (dichiarazioni di inizio attività). E anche da questo punto di vista in Provincia si scalpita.Ieri l'assessore alle politiche sociali, Ugo Rossi, preoccupato che si riescano a utilizzare tutti i 45 milioni di contributi per le ristrutturazioni, ha rivolto un appello accorato ai Comuni affinché accelerino al massimo le procedure per il rilascio delle concessioni edilizie anche attraverso la riprogrammazione delle sedute delle commissioni edilizie.
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