Il PD della Vallagarina esprime forte preoccupazione riguardo all’improvvisa accelerazione del progetto A31/Valdastico. Un’accelerazione che sicuramente non facilita un confronto sereno su una proposta progettuale che contiene grandi rischi per il patrimonio ambientale del Trentino, prevede un notevole dispendio di risorse pubbliche, a fronte di opportunità che non sembrano manifestarsi.20 aprile 2012
Opere di questa portata richiederebbero ben altre modalità di confronto con i territori e una chiara dimostrazione dei benefici che dovrebbero derivare dai sacrifici economici e ambientali richiesti. Va poi segnalato che questa accelerazione rischia di rappresentare un vulnus importante nei confronti dell’Autonomia trentina, che si vede catapultare dall’alto un’opera rispetto alla quale ha avuto modo più volte di esprimere la propria contrarietà.
L’ipotesi di tracciato proposta inoltre, oltre a prefigurare un profondo stravolgimento dell’assetto territoriale dell’Alta Vallagarina e un costo ambientale molto ingente, rischia di modificare i flussi viabilistici dell’intero territorio trentino e in particolare della Vallagarina. Il risultato della nuova arteria potrebbe infatti essere una marginalizzazione dei flussi commerciali verso il basso Trentino e un rafforzamento del baricentro su Trento città, che non dispone di un’infrastruttura adeguata per sostenere il trasporto intermodale, indispensabile per un territorio come il Trentino che ha deciso per il proprio futuro nei trasporti di investire pesantemente sulla rotaia. Nello stesso tempo, gran parte delle tensioni presenti sulla Valsugana rischiano di non venire risolte e di riproporsi in modo ancora più serio in futuro.
Il PD della Vallagarina chiede che istituzioni, forze politiche e sociali e cittadini tutti si mobilitino per segnalare questi problemi e fare in modo che questo progetto così come è stato proposto venga abbandonato. Il ridisegno dei flussi di mobilità nel Nord-Est va affrontato invece in un’ottica di sostenibilità, coniugando trasporto su gomma e su rotaia in una logica di intermodalità, che trovi le soluzioni migliori in grado di minimizzare il danno ambientale e di salvaguardare il nostro prezioso patrimonio naturalistico e paesaggistico. Questo principio richiede una programmazione integrata e partecipata, che sia in grado di sfruttare i principali assi ferroviari progettati a livello europeo, individuare i nodi di interscambio nei quali posizionare gli interporti e le strutture logistiche adeguate e ridurre quindi progressivamente il peso del trasporto su gomma a favore di altre modalità più rispettose dell’ambiente e della salute dei cittadini. Nulla di tutto questo purtroppo compare nel progetto attualmente in esame.
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