Il bicchiere dell'autonomia

Sabato 10 marzo, ore 14.00, piazza Battisti a Trento, grande manifestazione popolare dei trentini per l'Autonomia.
Il giorno dopo.... Il bicchiere mezzo vuoto. Poco più di 800 persone. Poche, troppo poche per una manifestazione che voleva essere un grande incontro di popolo. La gente è rimasta a casa. Chi parla di iniziativa assolutamente inutile, chi addirittura di atto di bullismo politico. Di spontaneo c'è stato ben poco.
Renato Veronesi, 13 marzo 2012

A partire da chi stava dietro il comitato promotore. Il locale partito autonomista ha portato in piazza tutti i suoi e si lamenta con gli altri perchè non hanno fatto altrettanto. Mail e lettere istituzionali sono arrivate a domicilio di sindaci, assessori e consiglieri invitando alla presenza ed alla mobilitazione. Gli slogan erano più o meno sempre gli stessi, triti e ritriti da tempo: difesa dell'autonomia, orgoglio di essere autonomi, sentirsi diversi, se non da tutti, certamente da tanti. Un esito la cui eco si spera non superi confini di Borghetto, altrimenti i nostri detrattori si metteranno a ridere. Così come si spera non arrivi al Presidente della provincia autonoma di Bolzano che si era mostrato molto scettico sull'opportunità di questa iniziativa. Insomma un'azione di trentinismo di cui non si avvertiva il bisogno!

Il bicchiere mezzo pieno.

Si è trattato di una grande manifestazione, spontanea, di semplici cittadini che sono riusciti a portare in piazza centinaia e centinaia di persone a parlare e difendere la nostra autonomia. La politica c'era tutta, tanti erano gli addetti ai lavori, sì!... ma tutti presenti a titolo personale. Niente bandiere di partito solo cartelli e striscioni "fatti in casa". Gente venuta dalle città e dalle valli. Qualche cappello piumato, qualche costume tradizionale e tante, tante persone. Un ottimo risultato in termini di partecipazione, per il quale nessun apparato di partito si è mosso. Qualche slogan contro il governo ma soprattutto tanto orgoglio. L'orgoglio di essere trentini, di appartenere ad una terra che va difesa dagli attacchi di chi non ha a cuore le ragioni dell'autonomia, siano essi romani piuttosto che delle regioni confinanti. E se qualcuno non è venuto in piazza non importa...non è perchè è disinteressato!...è solo perchè ritiene - sbagliando - che l'autonomia siccome c'è, ci sarà per sempre. E invece dobbiamo attivarci per proteggerla, perchè è patrimonio nostro. Questa manifestazione ha rappresentato la primavera dell'autonomia. Avanti così!

Il bicchiere a metà.

Sia in un modo, sia nell'altro, io spero che l'esito di questa manifestazione rappresenti almeno un monito per noi trentini. E che ci insegni alcune cose.

La prima: se una iniziativa è spontanea, lo è punto e basta. Ed ha avuto successo anche se in piazza c'erano meno persone di quelle che ci sarebbe piaciuto vedere. Una politica che, il giorno dopo, si affretta a dire: "i miei c'erano i tuoi no!" fa un pessimo servizio a se stessa ed alla gente.... e getta la maschera. E questo sa di presa in giro.

La seconda: è vero che tanti non sono venuti in piazza. Per mille motivi. Ma anche perchè pensano che l'Autonomia sia una cosa che nessuno s'arrischia a toglierci. Come dire: se ce l'ho me la tengo in barba agli altri, soprattutto a quelli che non ce l'hanno e che, magari proprio per questo motivo, stanno peggio di noi. Questo è un grande errore perchè in una stagione di difficoltà economiche e di grandi stravolgimenti nulla risulta intoccabile.

La terza: ai trentini si chiede di essere consapevoli che autonomia significa, soprattutto, combattere quei privilegi e sprechi che ci fossero e, a detta di tanti, ci sono ancora....

La quarta: autonomia significa anche buongoverno e buone pratiche e qui margini di miglioramento ci sono certamente.

La quinta: attorno ai temi dell'autonomia va consolidata un'azione pedagogica nei confronti dei nostri giovani, a partire dalle scuole.

La sesta: le ragioni dell'autonomia vanno comprese, fino in fondo, qui da noi. E questo è certo! Ma vanno spiegate bene alla - e condivise con la - politica nazionale ed europea. Soprattutto avvicinandoci alla stesura del terzo statuto d'autonomia. Roma e Bruxelles, insomma, contano eccome e conteranno sempre più! Ed è proprio per questo che, a mio avviso, il dibattito attorno al Presidente Dellai ed al suo quarto mandato è frutto di una visione politica miope. Chi tra di noi ha dimostrato nel tempo di avere talento è giusto venga "speso", come ambasciatore di terra trentina, nelle sedi ove va spiegato il perchè di questa autonomia. Sedi nelle quali è necessario avere una rappresentanza di assoluto rilievo! Chiuderci nel nostro fortino, per tanto inespugnabile che sia, rischia di farci prendere "per sete e fame"...... nel tempo.