M. Agostini, 12 febbraio 2009
Ho espresso in più occasioni e voglio ribadire la mia indignazione per il triste spettacolo che è andato in scena in occasione delle ultime fasi della vicenda di Eluana Englaro.
Si sono viste dispiegarsi indegne strumentalizzazioni e inaudite violenze verbali, che hanno contribuito a falsare i termini dei problemi in campo, sui quali un vero confronto dovrebbe avvenire con i toni dell'umiltà, del rispetto delle opinioni, del riconoscimento dei modi totalmente nuovi nei quali si pongono oggi le problematiche del fine vita.
La decisione del PD nazionale di sospendere, dopo la morte di Eluana, la manifestazione prevista per martedì scorso non ci impedisce di esprimere la piena solidarietà al presidente Napolitano, fatto oggetto di pressioni e giudizi inqualificabili. So che nel PD convivono sensibilità e punti di vista diversi, ma non deve esserci spazio per chi, anziché discutere di come e con quali strumenti rendere possibile al cittadino malato l'espressione della propria volontà e l'esercizio dei propri diritti ad autodeterminarsi, alimenta, coi toni della crociata, scontri tra improbabili difensori della vita e cinici fautori di morte. Termini come condanna a morte, esecuzione, omicidio, morte per fame devono essere banditi, se non altro per rispetto di chi di fame muore davvero.