Quattro interrogazioni Pd: parto indolore, targhe protezione civile, bugie sull'Icef, Trentino Sviluppo e leaseback

Nell’ultima tornata del Consiglio Provinciale, svoltasi il 22 e 23 c.m., la prima parte dei lavori consiliari è stata occupata dalla trattazione delle interrogazioni a risposta immediata presentate da 27 consiglieri provinciali. Quattro, fra i nostri consiglieri, si sono avvalsi di tale facoltà ed hanno quindi discusso in una question time, con l’assessore competente, il problema da loro sollevato e ottenuto in presa diretta la risposta al quesito da loro sollevato.
Trento, 24 febbraio 2012


In questa legislatura l’ interrogazione immediata ha  preso sempre più piede nei lavori del Consiglio Provinciale ed è divenuto un momento dove nella quasi immediatezza, del sollevarsi di un problema di attualità, viene fornita la risposta al problema.
In tal modo il consigliere che si avvale di tale forma d’interrogazione può sollevare un problema che magari non ha ancora trovato soluzione o può chiedere chiarimenti e dati su di una problematica che magari si riserverà – proprio per i dati fornitigli – di approfondire con una ulteriore interrogazione scritta o una mozione.
Qui di seguito riportiamo quanto emerso dalle question time sollevate dai nostri consiglieri provinciali Civico,Ferrari, Rudari, Zeni.

1)Parto indolore, ancora non ci siamo (Ferrari - Pd)
Interrogazione a risposta immediata n. 4094

Nell’ ottobre scorso, in occasione della discussione in IV commissione legislativa della disegno di  legge 152 “Disposizioni in materia di parto fisiologico indolore” l’assessore Rossi ha chiesto alla sottoscritta proponente di sospendere l’iniziativa legislativa perché si sarebbe fatto carico di garantire alle donne trentine la reale possibilità di scegliere il parto indolore, attraverso un percorso più veloce rispetto legge, cioè tramite una sua delibera di giunta che in tempi rapidi avrebbe dato mandato all’azienda sanitaria provinciale di organizzare il servizio almeno nell’ospedale pubblico di Trento e forse in quello di Rovereto. Per quanto riguarda gli ospedali pubblici da allora non è successo nulla, il servizio viene tuttora offerto solo in alcuni ospedali di valle e solo casualmente se l’anestesista è libero, mentre è di questi giorni la notizia che l’Ospedale convenzionato San Camillo si sta organizzando per offrire alle donne servizi, che il pubblico non offre tra cui l’anestesia epidurale diurna, a pagamento dai 500 ai 1000 euro. Chiedo al Presidente della Provincia e all’Assessore competente cosa si stia facendo concretamente per attivare il servizio pubblico annunciato, quali tempi siano previsti perché sia garantito il servizio gratuito  24 ore su 24 alle donne trentine nel principale ospedale della provincia.

Cons. Sara Ferrari

La consigliera ricorda all'assessore Rossi che in ottobre le aveva chiesto di sospendere il disegno di legge mirante a garantire il parto fisiologico indolore alle donne trentine, perché intenzionato a procedere più rapidamente con apposita delibera di giunta. Ad oggi il parto indolore viene offerto solo in alcuni ospedali di valle e solo se l'anestesista è libero, mentre a Trento l'ospedale convenzionato San Camillo sta avviando il servizio a pagamento (dai 500 ai 1000 euro). La domanda è conseguente: a quando il servizio gratuito h24, almeno al Santa Chiara?
Replica di competenza dell'assessore Rossi. Tema all'attenzione - ha detto - tant'è che l'Azienda sanitaria sta lavorando a un progetto ad hoc per il S.Chiara. A Cles l'epidurale viene garantita compatibilmente con le urgenze e non è mai stata negata (78 i casi nel 2011). A richiesta del ginecologo il parto indolore viene gratuitamente garantito anche negli altri ospedali periferici, mentre a Trento ci sono maggiori ostacoli per i limiti di personale e degli spazi ospedalieri. Non risultano ancora formali richieste di attivare un servizio come quello sopra indicato al San Camillo.
Ferrari ha ricordato che in Trentino il parto indolore non è ancora un'opportunità certa e ordinaria come lo è ad esempio l'anestesia prima delle cure odontoiatriche. Ora un ospedale privato si appresta a garantire questa opzione, ma a pagamento. "Attendo fiduciosa - ha detto la consigliera - che la struttura pubblica provveda come si conviene".


2)Targhe protezione civile a Croce Bianca (Rudari - Pd)
Interrogazione a risposta immediata n. 4093 Targhe PC Croce Bianca

In sede di approvazione della nuova legge sulla protezione civile, il Consiglio aveva approvato un ordine del giorno (odg 209/XIV) in cui si chiedeva alla Giunta di ad attivarsi affinché fosse prevista la possibilità di ottenere la patente di servizio da parte degli autisti delle autoambulanze della Croce Bianca, rientranti nel sistema della protezione civile, nonché a prevedere l'istituzione di una targa specifica e speciale della protezione civile per i mezzi adibiti al soccorso di tale sodalizio.

La richiesta voleva ovviare alla situazione di trattamento non omogeneo di situazioni sostanzialmente identiche, cioè quelle di conducente dell'ambulanza della Croce rossa italiana, di autista dell'ambulanza dell'Azienda sanitaria, di conducente di ambulanza di un'associazione volontaria, che svolgono esattamente lo stesso compito sociale d'urgenza.

Interrogo la Giunta per sapere a che punto siamo nell’iter di adempimento dell’ordine del giorno approvato e se si intende effettivamente procedere nel senso indicato per quanto riguarda le patenti e le targhe di servizio.

 cons. Andrea Rudari

In sede di approvazione della nuova legge sulla protezione civile, il Consiglio aveva approvato un ordine del giorno (odg 209/XIV) in cui si chiedeva alla Giunta di assegnare la patente di servizio agli autisti delle autoambulanze della Croce Bianca, rientranti a pieno titolo nel sistema della protezione civile, nonché a prevedere l'istituzione di una targa speciale della protezione civile per i mezzi adibiti al soccorso di tale sodalizio. Si chiede quando si provvederà.
Il presidente Dellai ha precisato che nei limiti consentiti dal nuovo codice della strada, la targa è sì concessa anche a organizzazioni di volontariato come la Croce Bianca, purché si costituiscano in un'unica federazione.
Rudari si è detto parzialmente soddisfatto, perché il percorso per arrivare a un unico soggetto per il quale intende impegnarsi, è laborioso, mentre la Croce Bianca ha urgente bisogno della targa della protezione civile e della relativa patente.


3)Bugie sull'Icef, che controlli si fanno? (Civico - Pd)
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA n. 4104 (art. 155 del Regolamento interno del Consiglio) Accertamenti sulle dichiarazioni ICEF: quali controlli e quali contromisure?

Sulla stampa locale è apparsa la notizia che su 285 accertamenti relativi alla veridicità delle dichiarazioni ICEF di cittadini richiedenti agevolazioni a vario titolo dalla Provincia di Trento il  22% delle autocertificazioni (n° 63) si sono dimostrate non corrispondenti al vero. Accertamenti in corso, da parte degli enti erogatori le agevolazioni, lasciano intendere che in più casi la discrepanza supera i 4.000 €. Se in alcuni casi possono entrare in gioco fattori di ignoranza dovuti a difficoltà linguistiche o a situazioni di emarginazione o comunque la "buona fede", in altri casi sembrerebbe essere entrata in gioco “la furbizia”, o meglio la disonesta', di chi davanti ad una autocertificazione spera di farla franca dichiarando dati falsi o mendaci. In Trentino dal 2009, con un regolamento approvato dalla Giunta provinciale nel 2010, è operativo il Nucleo di controllo sull’ICEF dipendente dal Dipartimento innovazione e semplificazione. Si chiede all’Assessore competente di riferire circa il sistema di verifiche attualmente previste ed attuate e quali si intende mettere tempestivamente in campo nell'immediato futuro per avere la massima garanzia che le risorse messe in campo dalla Provincia vadano a beneficio di chi ne ha veramente bisogno e diritto.

Cons. Mattia Civico

Il 22% delle autocertificazioni Icef (quindi sul reddito) sarebbe mendace. Il consigliere vuole sapere allora come il Nucleo di controllo sull'Icef, dipendente dal Dipartimento innovazione e semplificazione della Pat, stia lavorando per affrontare questa stortura.
Il presidente Dellai ha chiarito le tre modalità di controllo utilizzate dalla Provincia per accertare la veridicità delle dichiarazioni Icef. Nel 2011 i controlli hanno riguardato un campione di circa 10mila dichiarazioni. E sono attualmente in corso altri controlli e approfondimenti. Il nucleo della Provincia che se ne occupa soddisfa inoltre le richieste provenienti dalla Guardia di finanza.

4)Trentino Sviluppo e leaseback (Zeni - Pd)  
Interrogazione a risposta immediata n. 4114 Situazione lease back

Nel corso del periodo 2006/2011 Trentino Sviluppo ha messo in atto nei confronti di numerose imprese trentine una importante attività di supporto finanziario; in previsione dell'approvazione di un nuovo piano di sales&lease back da parte della controllata provinciale, nell'ottica di valutarne l'impatto finanziario, si interroga la Giunta per sapere quante operazioni di locazione finanziaria abbia stipulato la società in detto periodo, per quali importi; quante posizioni di sofferenza si sono palesate in detto periodo, ossia a quanto ammontino i crediti non soddisfatti dalle imprese beneficiarie e i ritardi nei pagamenti, sia in termini complessivi sia singolarmente, rispetto ai piani di ammortamento concordati originalmente e quali misure siano state adottate in questi casi.

Cons. Luca Zeni 


Elementi per la risposta immediata all’interrogazione n. 4114  presentata dal Consigliere Zeni 
«ATTIVITÀ DI SUPPORTO FINANZIARIO NEI CONFRONTI DELLE IMPRESE DA PARTE DI TRENTINO SVILUPPO – SITUAZIONE LEASE BACK»

Trentino Sviluppo s.p.a., nel periodo 2006-2011, ha realizzato operazioni di lease-back nei confronti di 16 aziende per complessivi euro 176 milioni, con un impegno occupazionale complessivo di 3.141 unità lavorative annue per cinque anni.

Di queste aziende, 4 risultano essere in sofferenza per un ammontare di 1.160 mila euro.

Detto ammontare riguarda: per euro 322 mila una procedura di liquidazione e concordato preventivo; per euro 494 mila un piano di rientro con cambiali; per euro 153 mila una trattativa in corso per piano di ristrutturazione; per euro 190 mila una procedura fallimentare in corso.

Si sottolinea, a proposito delle misure adottate in riferimento alle sofferenze, che Trentino Sviluppo ha proceduto con vari tentativi di richiamo, per il tramite di legali, al rispetto delle scadenze e dei crediti, che sta continuando a coltivare.

I crediti, considerando l’estrema delicatezza di talune situazioni, sono curati con la dovuta diligenza, senza escludere trattative finalizzate al recupero dei crediti stessi senza compromettere la prosecuzione dell’attività aziendale.

Preme inoltre evidenziare che, in generale, con lo strumento del lease-back, l’ente pubblico sgrava le aziende dalla gestione immobiliare, attuando un intervento a capitale relativamente protetto, visto che le risorse impiegate per acquistare l’immobile vengono restituite dall’azienda interessata e, nel malaugurato caso del fallimento della stessa, all’ente pubblico rimane un bene «solido» da offrire ad altre imprese.

Si ricorda anche che, a fronte del sostegno con fondi pubblici, alle imprese beneficiarie è richiesto il rispetto di vincoli sociali ed economico-finanziari. Tra questi, formalizzati negli accordi che accompagnano l’atto di compravendita dell’immobile, si chiede agli imprenditori di garantire la continuità aziendale, di rispettare il piano industriale e l’adempimento di precisi obblighi occupazionali per un periodo di almeno 5 anni.

L’impegno occupazionale, garantito da sanzioni pecuniarie, rappresenta pure un parametro per quantificare la spesa massima per le singole operazioni (80.000 euro per occupato sull’Asta dell’Adige 50.000 euro altrove), salvo deroga per progetti di particolare rilevanza.

avv. Alessandro Olivi


Replica di LUCA ZENI



Lo strumento del  Lease back è uno strumento di cui abbiamo più volte parlato in questa aula perché sappiamo che porta degli indubbi benefici in termini di mantenimento della occupazione, ma pone anche delle problematiche in ordine al modello di sostegno pubblico all’economia.

Infatti al di là della definizione giuridica il lease back di fatto rappresenta un prestito alle aziende con garanzia di un immobile, e questo pone delle problematiche: sia nel caso in cui si utilizzi per sostenere aziende in difficoltà sia nei casi in cui si voglia sostenere la produttività di aziende sane, di fatto ci si sostituisce ad una attività - quella di valutazione di un  progetto imprenditoriale e di concessione di credito - che è una attività tipicamente bancaria. Ecco quindi che si creano problematiche e contraddizioni.

Per questo negli scorsi mesi abbiamo avuto esponenti della giunta che dichiaravano che si sarebbe avuto una riduzione dell’utilizzo di questo strumento; per questo in occasione della discussione sulla legge incentivi abbiamo approvato un ordine del giorno che chiedeva di dare maggiori vincoli e maggiori penalità nel caso di mancato di rispetto degli  obblighi contrattuali.

Oggi apprendiamo  della volontà di approntare un nuovo piano lease back e da qui nasce l’interrogazione; è importante capire  quale sia lo stato dell’arte per capire il percorso futuro. 

Il dato fornito  credo sia significativo: 176 milioni complessivi di operazioni, il che significa approssimativamente, calcolando gli interessi, circa quindici  milioni all’anno che trentino sviluppo introita dalle rate del lease back. Di questi 15 milioni 1,1 risulta non pagato, quindi una percentuale  significativa; 4 imprese su 16 risultano insolventi, il 25% del totale. Questo significa che c’erano imprese in così forte difficoltà che a  fronte di una liquidità immediata importante non sono riuscite a pagare le prime rate del Lease back.

Oggi  sono in previsione nuovi lease back; se non si riuscisse a trovare nuove o diverse forme di sostegno al credito (alcune sono già state fatte in maniera molto positiva in rapporto con le banche), tali da consentire alla provincia di non sostituirsi al sistema bancario  nella valutazione dei progetti imprenditoriali, l’auspicio è che in questi nuovi Lease back si metta veramente in atto quei principi da tutti dichiarati di maggiore attenzione alla capacità produttiva delle imprese. Questo anche perché Trentino Sviluppo dovrà accedere ai mercati finanziari per portare avanti queste operazioni, ed in caso di insolvenza da parte delle imprese che devono pagare poi le rate si creerebbero dei rischi per Trentino Sviluppo: se è vero che c’è garanzia dell’immobile sappiamo anche che, soprattutto in questa situazione di mercato, il valore degli immobili posti a garanzia difficilmente poi potrebbero avere riscontro in caso di vendita sul mercato.