L. Froner, 3 febbraio 2009 Le primarie possono rappresentare uno strumento prezioso per qualificare la politica oppure ridursi ad uno spareggio tra personalità diverse con le relative lobby e aree di influenza.
Nel primo caso, la politica può trovare non solo l’opportunità di governare i processi di formazione di proposte e programmi in modo serio e approfondito, ma anche di arricchire quel confronto diretto con i cittadini di cui oggi abbiamo assoluto bisogno. Nel secondo, si finirebbe con lo sprecare un’occasione importante di crescita politica e di partecipazione, demotivando gli elettori. Per dare alle primarie che porteranno alla scelta del candidato sindaco della città di Trento un segno forte e non equivoco del primo tipo è indispensabile evitare un rischio: quello di partire dalla scelta della persona anziché arrivarci attraverso un percorso di discussione e di confronto serio e responsabile. Certamente i quattro candidati attualmente in lizza – Andreatta, Bortolotti, Chiariello e Pompermaier – faranno del loro meglio per raccogliere intorno a sé consensi preventivi da parte di partiti, gruppi di interesse e “grandi elettori”. Tuttavia il processo di scelta dovrà maturare, almeno per i cittadini e per chi non ha posizioni preconcette, attraverso un percorso che abbia due elementi chiave. Innanzitutto la definizione di un impianto programmatico che chiarisca obiettivi, priorità e stili di gestione. E’ evidente che ogni proposta dovrà confluire dentro il programma di coalizione, ma non è certo secondario avere ben presente il pacchetto di idee, di sensibilità e di intenti da cui parte ciascun candidato. C’è poi l’esigenza di una riflessione che vada al di là e al di fuori delle sedi dei partiti o del palcoscenico dei media. Quindi potrebbero essere utili alcuni momenti di confronto aperto alla cittadinanza e alle forze più rappresentative delle realtà sociali ed economiche della città. Momenti che potrebbero anche dare alle proposte un riscontro personale e diretto che tocca i tasti umani ed emotivi, oltre che quelli tecnici e politici. Solo a questo punto si potrà arrivare a quella sintesi virtuosa che fa delle primarie un alto e consapevole esercizio di responsabilità. E solo a questo punto dichiararsi a favore dell’uno o dell’altro candidato non sarà solo la conseguenza di posizioni personali o di appartenenza, ma l’esito di un’analisi approfondita delle proposte - politiche, programmatiche e di assetto - su cui si intende costruire il futuro del capoluogo. Quindi un richiamo alla responsabilità particolarmente importante per affrontare una fase estremamente delicata, in cui Trento non dovrà essere solo un protagonista qualificato dei programmi anticrisi proposti dalla Provincia. Dovrà anche essere un soggetto autonomo, come è nella natura di ogni Comune, capace di affrontare con originalità, efficienza e cultura innovativa sia le politiche di welfare che quelle di supporto alla crescita economica.
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Partito Democratico del Trentino