"Indennità nette tagliate di 1662 euro"

Zeni: Roma non ha fatto meglio del Trentino. Il capogruppo provinciale del Pd ricorda le riduzioni decise e ne promette altre.
L. Patruno, "L'Adige", 1 febbraio 2012

Ora che deputati e senatori hanno deciso di eliminare il vitalizio e legato a questo nuovo regime di tagliare 1.300 euro lordi al mese di indennità (il netto resta uguale), la riduzione di 290 euro netti, che i consiglieri regionali hanno approvato nel dicembre scorso, appare poca cosa. Eppure dire che Roma questa volta ha fatto meglio di Trento in consiglio provinciale viene definita una lettura «semplicistica». In particolare, è il capogruppo del Pd,  Luca Zeni , a fare un po' di conti e a ricordare che: «I consiglieri del Pd hanno restituito alla Regione 500 euro netti a testa per i quattro mesi da settembre a dicembre, poi è entrata in vigore la riduzione approvata dalla regione di 290 euro. In totale tra mancati aumenti per il blocco della rivalutazione Istat e le riduzioni, alla fine l'indennità mensile sarà di 1.662 euro netti in meno che se non fossimo intervenuti».


Insomma, 1.662 euro netti in meno rispetto a quanto prendevano all'inizio è molto più di 1.300 euro lordi dei parlamentari.
«Questo - dichiara Zeni - non è per dire che non si deve proseguire per avere maggiore sobrietà, ma per ricordare che non partiamo da zero. Noi, per altro, come Pd abbiamo approvato un documento sui costi della politica che stiamo presentando alle altre forze politiche in cui facciamo una serie di proposte di tagli in tutti i livelli istituzionali, da quello parlamentare alle circoscrizioni. Riteniamo che prima della fine della legislatura ci sia ancora spazio per altre modifiche».
 

Parlamentari.
Per Camera e Senato il Pd propone: la riduzione del numero dei parlamentari e la riforma del Senato; l'allineamento delle retribuzioni a quelle degli altri paesi europei; eliminazione dei privilegi mantenendo solo i rimborsi spese per l'esercizio effettivo delle funzioni; vincolare il finanziamento pubblico ai partiti alla certificazione e alla trasparenza dei bilanci.
 

Consiglio e giunta provinciali e regionali.
Aumento del contributo di solidarietà per chi riceve il vitalizio portandolo dal 4 al 10%; riduzione delle maggiorazioni delle indennità per gli uffici di presidenza del consiglio provinciale e regionale e della giunta regionale; cancellazione dei fondi riservati dei presidenti del consiglio, della Provincia e della Regione; riduzione del personale dei gruppi proponendo un criterio proporzionale pari a un part-time per ogni consigliere; eliminazione dei gruppi con un solo consigliere; riduzione dei giorni di diaria per viaggi ed eliminazione di indennità aggiuntive per consiglio e commissioni; eliminazione della gratuità dell'A22, aumento detrazioni per assenze e ritardi. «Ci sono doppioni che non hanno senso - sostiene Zeni - come le sponsorizzazioni o i finanziamenti alle associazioni da parte di giunta e consiglio».
No alla riduzione del numero dei consiglieri.
 

Provincia e Regione.
Riduzione enti e agenzie controllate e revisione delle indennità dei presidenti e membri del Cda.
 

Comuni e Comunità di valle.
Riduzione del numero dei consiglieri delle Comunità di valle; riduzione del numero dei consiglieri dei grandi comuni e «riordino delle circoscrizioni». Il Pd di Trento e Rovereto hanno già presentato le loro proposte senza grande riscontro da parte delle altre forze politiche; tetto per i gettoni di consigli e commissioni; eliminazione delle indennità degli assessori dei piccoli comuni introdotte dalla legge Amistadi. Sia per le indennità dei consiglieri regionali che per i costi degli amministratori di comuni e Comunità la discussione dovrà essere aperta in consiglio regionale.