Il Pd sia meno timido

Non capisco. Dopo aver in molte occasioni, e giustamente, criticato aspramente chi in vista di appuntamenti referendari ha puntato o, peggio, promosso l’astensionismo per cercare di “vincere facile”, oggi, di fronte a quello che probabilmente si terrà sulle Comunità di valle, assumiamo noi quell’atteggiamento.
Maurizio Agostini, 29 gennaio 2012

Io penso che se dei cittadini, nel rispetto delle regole date, raccolgono le firme e si vedono riconosciuto come legittimo il quesito posto, hanno diritto che l’appuntamento venga onorato. Per questo ci sono proposte, condivise anche al nostro interno, di abbassare i quorum di validità. Il singolo elettore può scegliere di astenersi, una forza politica, secondo me, no.

Nel merito penso che l’unico modo per invitare in modo credibile i cittadini ad andare a votare no, è quello di produrre contestualmente e in modo preciso, proposte di modifica delle Comunità, che facciano capire che quel “no” non è puramente difensivo, ma vuole approfittare di un momento che spinge in ogni campo ad accelerare i cambiamenti, per ridisegnare l’intero assetto istituzionale.

E’ vero, le Comunità sono giovani e devono crescere, ma è certo che il farraginoso meccanismo di elezione, la pletoricità delle assemblee, i costi (sì, anche quelli) sembrano frutto di alchimie del secolo scorso e non sono difendibili così come sono.

Più in generale so che il PD in materia di riforme istituzionali e costi della politica ha già fatto proposte, anche precise (penso al documento del coordinamento di Trento e al successivo dibattito, per esempio), ma è troppo timido nel portarle avanti. Forse sarebbe il momento di avere un progetto grande di riforma che vada dalle Circoscrizioni alla Regione, che tagli coraggiosamente sulle quantità per poter ridisegnare e rilanciare le qualità. E sono anche convinto che ci vorrebbe un PD impegnato più esplicitamente nello sforzo, secondo me importante, di  promuovere, facendole maturare dal basso, iniziative di fusione dei piccoli Comuni. E’ l’Autonomia stessa che non può rilanciarsi se è sempre in difesa, obbligata a giustificare quotidianamente la sua specialità, invece di strappare in avanti con proposte che possano anticipare assetti estendibili in prospettiva a tutte le Regioni italiane.