"Il rinnovamento sia culturale, non solo generazionale"

La pagina politica della Festa Democratica sulla Neve 2012 è stata inaugurata ufficialmente questa sera, con l’incontro che ha visto ospite sul palco di Folgaria Pippo Civati, il giovane amministratore regionale lombardo parte di quella nuova generazione di politici targati Pd che incarnano con più efficacia le speranze di ricambio generazionale in politica. Il dibattito, moderato da Claudia Merighi, ha visto anche la partecipazione dei trentini Sara Ferrari e Vanni Scalfi.
Marta Frassoni, Folgaria, 13 gennaio 2012


E’stata la bocciatura dei referendum elettorali ad aprire il confronto e Civati si è detto molto colpito da quanto successo perché la decisione della consulta sembra andare controcorrente rispetto al tema della partecipazione che nell’ultimo anno di agonia del governo Berlusconi, con le manifestazioni delle donne, i referendum sull’acqua e sulla legge elettorale, era emerso in tutta la sua prepotente novità, capace di far vivere alle persone un nuovo protagonismo. Per Civati questo tema deve rimanere fondamentale,
soprattutto ora che, con il governo tecnico , questi spazi di partecipazione e
dibattito sono andati riducendosi di necessità: il Pd potrebbe già dare un
segnale importante in questo senso decidendo di scegliere i propri candidati al
parlamento con le primarie. “Ma non bisogna far partecipare quelli che sono
giovani davvero come i ventenni, non come quelli ‘finti’ come me, che vengono
considerati a vita dei ragazzini”. Civati propone di cambiare prospettiva
smettendo di considerare il rinnovamento una questione generazionale  e iniziando a pensarlo come una questione CULTURALE, che coinvolga non soltanto i giovani,ma anche altre categorie da sempre lasciate ai margini, come quella delle donne, grandi protagoniste della stagione delle manifestazioni dell’anno scorso ma che non hanno visto purtroppo nessun riflesso sulla scena politica, e i 5 milioni di cittadini extracomunitari che vivono nel nostro Paese con cui è urgente iniziare a costruire un patto di convivenza; non devono essere più trattati soltanto come oggetto della politica e oggetto della burocrazia.
Si tratta quindi di un processo molto più ampio di un semplice rinnovamento generazionale, ma deve essere uno forzo collettivo che permetta di portare avanti le lancette, perché il nostro Paese nella sua globalità, ha perso un ventennio.
Sara Ferrari e Vanni Scalfi hanno sottolineato come in un periodo di sostanziale commissariamento politico  e di sfiducia generale verso quella che è percepita, spesso indistintamente, come la “casta”, i partiti abbiano la
necessità di recuperare la loro credibilità e autorevolezza soltanto attraverso
la trasparenza, la chiarezza nelle proprie posizioni e soprattutto la coerenza:
quando, all’interno di un partito si incentiva la partecipazione, ha
sottolineato Scalfi, bisogna essere consapevoli che mettiamo nelle mani dei
nostri elettori il diritto di essere esigenti con gli eletti. Quella della
partecipazione è per il Pd una sfida a ancora aperta e forse sarebbe necessario
un po’ di coraggio per fare fino in fondo ciò che si dice, ha concluso Scalfi,
che ha però evidenziato come il Pd del Trentino lo abbia dimostrato difendendo
le regole che si è dato (come quella che prevede le preferenze nell’elezione
dei componenti dell’assemblea provinciale).

E’ stata poi la crisi economica e la riforma del lavoro a tenere banco, con Civati che ha sottolineato come questa sia l’unica epoca storica in cui i poveri sono stati indotti, anche dalla politica sconsiderata della destra, a prendersela con i più poveri: anziani contro i giovani, giovani contro anziani. Le risorse, per dare una prospettiva seria a chi non può più permettersi un progetto di vita, devono essere reperite intervenendo sulla corruzione – i cui costi, per il nostro Paese, sono di quasi 60 miliardi, il doppio dei presunti “costi della politica” – e dalla lotta all’evasione: una scena come quella di Cortina, in un Paese normale, non sarebbe stata oggetto di speculazione.

E infine un’esortazione: il Pd alle prossime elezioni può farcela con le proprie risorse, “anche senza professori della Bocconi”. La nuova generazione di politici Pd  è pronta per assumersi responsabilità di governo, l’importante – ha aggiunto Civati con una certa ironia - è evitare nella scelta dei candidati, due
categorie: il “conformista”, quello che la pensa solo e unicamente come il suo
capo corrente, e “l’anticonformista di professione” pronto a contestare ogni
decisione presa dal Partito.

Scalfi ha messo tra le priorità di una buona politica la questione meridionale e quella della formazione, Sara Ferrari ha invece suggerito che il Pd dovrebbe sfruttare questa parentesi del governo tecnico per permettere il famoso passaggio di testimone e per approcciarsi alla tematica del lavoro in maniera nuova, iniziando a pensare non soltanto al lavoratore ma anche a chi produce e dà lavoro, perché è da questi soggetti che dipende il futuro di ogni lavoratore.

E’ stato Scalfi a concludere, riassumendo con una battuta il dibattito: “Aboliamo la parola GIOVANI dal nostro vocabolario: che non sia più un alibi, per i giovani, a non crescere mai, e per i meno giovani a non dare mai fiducia alle nuove generazioni”.