F. Terreri, "L'Adige", 24 gennaio 2009
L'assemblea provinciale del Partito Democratico ha eletto ieri sera nuovo segretario Maurizio Agostini.
Il successore di Alberto Pacher ha ottenuto 46 voti su 51, pari al 90%. L'ampia convergenza è dovuta soprattutto al fatto che Agostini è considerato un segretario di transizione fino al congresso, previsto per ottobre, dove si confronteranno i «veri» candidati delle componenti di maggioranza e minoranza. Ma la riunione ha visto un confronto che i partecipanti giudicano costruttivo. Nominati anche il presidente dell'assemblea, carica andata a Chiara Simoncelli, e il coordinamento, l'effettivo «esecutivo» previsto dallo statuto, che comprende Pacher, Giovanni Kessler, Luca Zeni, Alessio Manica, Giulia Robol, Lilia Zecchini, Claudia Merighi e Ilaria Pedrini. Agostini, medico, già dirigente Acli e consigliere comunale uscente, si è conquistato il consenso dell'assemblea con un intervento molto apprezzato: «A chi guarda il Pd da fuori chiedo rispetto. Ai nostri elettori chiedo scusa per i ritardi. All'interno chiedo rispetto e attenzione reciproca. Al di là delle origini e delle culture, stiamo lavorando per gli stessi obiettivi». Sono intervenuti, con contributi valutati positivamente dalle diverse componenti, anche i potenziali candidati segretari Zeni e Manica. Agostini aveva dato una disponibilità, come dice lui, «di riserva», ma alla fine la convergenza sul suo nome è stata ampia. Il neo-segretario sottolinea che il suo è un «investimento limitato alla fase di transizione» verso il congresso di ottobre. Un segretario di transizione, quindi, ma tutt'altro che inattivo. Agostini intende mettere al centro del suo lavoro «le due gambe della questione Pd: il radicamento della struttura organizzativa e la ripresa del confronto sui nodi politici». Il principale problema organizzativo, secondo il nuovo segretario, è «fare uscire i circoli esistenti dalla precarietà e crearne di nuovi». Finora la struttura ha sofferto di «una certa improvvisazione» rispetto alle regole stabilite. Gli stessi circoli chiedono da tempo una migliore comunicazione tra centro e periferia. «Richiesta legittima» osserva Agostini. Ma il rafforzamento della presenza sul territorio è cruciale per l'altra gamba del discorso. «Dobbiamo riprendere - prosegue - il confronto sui nodi politici. Il documento di programma che abbiamo proposto alla coalizione è la base di partenza per un lavoro fatto di gruppi tematici a livello provinciale e di iniziative sul territorio». Con un obiettivo centrale: «Ridiamo fiato alla politica tra la gente, non deleghiamola all'attività istituzionale. Riconosciamo l'autonomia dei nostri amministratori, che però è bene che sentano dietro il respiro di gente che discute, fa proposte, alza la testa per osservare cosa succede nella società». Agostini è consapevole che «il partito deve fare questo lavoro continuando a proporsi come forza di governo. La politica non può essere fatta solo di piccole scelte, ma neanche soltanto di testimonianze di bandiera». In ogni caso «non torneremo indietro».