Il progetto Maestri per salvare la Galleria:"In giunta mi sono opposta con forza ai tagli".D. Battistel, "L'Adige", 28 novembre 2011
Dire che è stata una settimana «sfortunata» per l'assessore alla cultura Lucia Maestri suona eufemistico. Gli ultimi sette giorni per lei sono stati come il peggior venerdì nero nella storia della Borsa. Sono partiti con i tagli decisi dalla giunta comunale al suo settore e la scelta di non rinnovare i contributi alla Galleria civica a partire dal 2013. Sono proseguiti con le critiche piovutele addosso da tutto il mondo della cultura e concluse con la polemica per l'erogazione di una consulenza da 14 mila euro per la revisione del piano culturale. Assessore, politicamente l'accusa peggiore è di chi ha sostenuto che lei non abbia fatto nulla per impedire i tagli alla cultura: biblioteche e, soprattutto, Galleria Civica. Non è vero che non mi sono opposta. Io fatto tutto quello che si poteva dentro la giunta, che, per altro, è chiamata a decidere una manovra piuttosto pesante da 8 milioni di euro. Il risultato, però, non è confortante, secondo alcuni. Certo, nell'ambito culturale sono stati operati tagli pesanti, come, per altro, anche sul trasporto pubblico. Per quanto riguarda la Galleria Civica (le biblioteche sono di competenza dell'assessore Tomasi, ndr) io in giunta ho difeso il progetto, sostenendo la sua importanza, per quanto esso possa essere considerato un settore di nicchia, e ho trovato la condivisione del gruppo Pd. Non si potevano seguire altre strade? Sono scelte di tipo politico. Attenzione, però. Quella di cui stiamo parlando è soltanto una bozza del bilancio. Ci sono riflessioni aperte, anche in rapporto stretto con la Provincia. Quali? All'assessore Panizza già ad agosto avevamo manifestato la richiesta che anche la Provincia partecipi al progetto della Galleria Civica: o come socia, o intervenendo su alcuni progetti specifici. La risposta? Abbiamo trovato un interessamento forte e la disponibilità a riflettere. Con quali conclusioni? La strada della partecipazione diretta come socia della Galleria Civica è difficilmente percorribile perché la Provincia ha già un consistente investimento sull'arte contemporanea attraverso il Mart e risulterebbe stridente investire anche in via Belenzani. In ogni caso i nostri uffici e quelli della Provincia hanno individuato un'altra strada. Quale? Una convenzione tra Mart e Civica sullo sviluppo di progetti specifici. Ma una della condizioni poste dalla Provincia per partecipare finanziariamente all'operazione è che anche il Comune sia presente. L'idea è quella di ripetere a grandi linee l'esperienza del Moma a New York che ha un'articolazione sperimentale, Pieceone, che condivide con il museo alcune strutture, ma che ha una sua forte autonomia programmatoria. L'obiettivo, dunque, è quello di mettere assieme strutture e attività, ma senza che la Galleria diventi una costola del Mart. C'è, però, il vincolo della partecipazione finanziaria del Comune che, invece, la giunta ha deciso di tagliare dal 2013. È così. Noi adesso andremo avanti sullo sviluppo tecnico della proposta, mentre sul piano politico toccherà a me lavorare per ripristinare il finanziamento. Sicuramente non potrà essere sulle cifre degli anni scorsi (420 mila euro, ndr), ma in qualche modo dovrà esser certificato nel bilancio comunale. Supportata dal gruppo del Pd, non ho perso le speranze di riuscirci. Non dimentichiamo che la Civica ha una funzione educativa e formativa importante, visto che ogni anno oltre 2 mila scolari e studenti la frequentano. Intanto l'assessorato è finito nel mirino anche per la consulenza da quasi 14 mila euro al professor Dalla Sega per la revisione del piano culturale. Tutto risale al 2010, quando fu presentata al Consiglio comunale la strategia per la revisione del piano culturale, proprio in vista dei tagli futuri. Nel bilancio del 2011 era stato previsto a suo tempo l'impegno per la revisione del piano e adesso non si poteva non ottemperare agli indirizzi dati dal Consiglio. Inoltre bisogna chiedersi se un Comune pur in una situazione di crisi, debba abdicare alle funzioni di governo della città.
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