Froner interroga sui licenziamenti alla Whirlpool

Quali iniziative intendano tempestivamente porre in essere per evitare la riduzione dei dipendenti negli stabilimenti Whirlpool italiani; se ritengano utile convocare un tavolo con le regioni e gli enti locali interessati per addivenire a misure di sostegno di carattere territoriale laddove non ancora concertate; quali provvedimenti intendano adottare per sostenere un settore strategico dell'industria italiana, come quello degli elettrodomestici.








INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

Al Ministro dello sviluppo economico e al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

- Per sapere

- premesso che:

il comparto produttivo degli elettrodomestici subisce una fase di crisi, caratterizzata da ristrutturazioni e riorganizzazioni delle aziende, i grandi gruppi proseguono nella ridefinizione del proprio assetto produttivo, che si traduce spesso nella chiusura di stabilimenti e nella riduzione degli organici;

alla fine del 2010, si sono concluse le trattative per la chiusura di due stabilimenti della Indesit, localizzati in provincia di Bergamo e di Treviso, che hanno coinvolto più di 500 lavoratori;

risale al febbraio del 2009 il tentativo di chiudere un altro stabilimento Indesit a None nel torinese, impegnato nella produzione di lavastoviglie e con un organico di oltre 600 lavoratori, dove le trattative hanno consentito il mantenimento del sito produttivo, ma hanno portato a una riorganizzazione che prevede, tra l’altro, l’accompagnamento alla pensione per un centinaio di lavoratori, incentivi all’esodo e supporti al ricollocamento;

alla fine del 2008, l’Electrolux ha disposto la chiusura dello stabilimento toscano di Scandicci che produceva frigoriferi e occupava circa 450 dipendenti; la produzione è stata concentrata nello stabilimento di Susegana, per il quale è stato tuttavia previsto un piano di riorganizzazione che ha comportato una riduzione di organico di 324 addetti su un totale di circa 1.450;

un’altra ristrutturazione a livello nazionale ha colpito lo stabilimento friulano di Porcia: l’accordo sottoscritto a maggio del 2009 ha previsto fra l’altro 344 esuberi; a dicembre del 2010, la multinazionale svedese ha annunciato un nuovo ridimensionamento dei siti produttivi europei e italiani, con una riduzione di organici complessiva di 800 lavoratori;

 permangono anche le difficoltà dell’Antonio Merloni, in amministrazione straordinaria dall’ottobre del 2008, per la quale è stato siglato di recente un accordo sindacale propedeutico alla cessione dei tre stabilimenti, che tuttavia non sarebbe in grado di riassorbire 1.300 dei 2.200 lavoratori per i quali dovrebbe operare l’accordo di programma; 

in questo quadro, l’11 novembre 2011 la multinazionale americana Whirlpool, leader in Europa nella produzione di elettrodomestici, ha annunciato la riduzione di circa mille dipendenti in Italia, nel quadro del piano biennale di riorganizzazione che prevede la  riduzione di 5.000 posti di lavoro nel mondo;

secondo la multinazionale, la riorganizzazione sarebbe necessaria a seguito della crisi della domanda sul mercato evidenziata nella terza trimestrale dell’azienda, del rincaro delle materie prime e del calo delle vendite, con una previsione di domanda molto debole per i prossimi due anni;

l’annunciato piano di riorganizzazione consiste nella riduzione di 600 unità nella provincia di Varese, 180 unità a Napoli, 120 unità a Siena, 50-100 unità a Trento;

a Siena e Napoli sono stati raggiunti recentemente accordi che prevedono l’utilizzo dei contratti di solidarietà, nel sito toscano si prevede, inoltre, l’utilizzo della mobilità volontaria incentivata, mentre la regione Toscana e la provincia di Siena hanno impegnato risorse nella formazione;

per quanto riguarda il sito di Napoli permane ancora il vecchio accordo per la mobilità (20 persone), ma è soprattutto indispensabile che decolli il progetto Genesis, volto ad avvicinare i fornitori all’azienda Whirlpool, dopo la bonifica dell’area Fintecna a San Giovanni a Teduccio, per ridurre i costi e salvaguardare l’occupazione in un’area già intensamente colpita da drammatiche crisi aziendali, operazione sulla quale si erano impegnate oltre a Whirlpool 57 imprese consorziate con il sostegno del Cipe, Regione Campania e Comune di Napoli;

per quanto riguarda il sito di Spini di Gardolo, per cui già nel 2007 era intervenuta la Provincia di Trento con 45 milioni di euro per acquistare lo stabilimento al fine di impegnare la multinazionale a mantenere la produzione in loco, il confronto è ancora aperto sugli attuali esuberi (50-100);

per l’area di Varese, la situazione numericamente più preoccupante, nelle sedi di Comerio e Cassinetta la dichiarazione aziendale prevede 600 lavoratori in esubero di cui 100 impiegati e 500 operai oltre alla dismissione del reparto side by side (frigoriferi doppia porta di tipo americano) di Cassinetta di Biandronno (circa 250 dipendenti) già interessato da una procedura di cassa integrazione ordinaria causata della crisi dell’area frigoriferi;

nel corso degli incontri del 18 e del 22 novembre tra Whirpool e le rappresentanze sindacali, l’azienda ha dichiarato di non voler compiere scelte unilaterali, come nella tradizione Whirpool, ed ha presentato il proprio piano industriale per il triennio, che prevede, tra l’altro investimenti per 42 milioni di euro nell’aerea di Varese in innovazione di prodotto, di processo, e ricerca e sviluppo;

l’azienda ha altresì confermato la propria sede europea a Comerio (500 impiegati), il mantenimento del centro tecnologico avanzato a Cassinetta (circa 600 impiegati impiegati in ricerca sviluppo sia su piani cottura e forni, che sui frigoriferi) che fa ricerca per alcuni settori mondiale per altri europea;

è confermato anche il mantenimento del magazzino europeo ricambi di Cassinetta che occupa circa  250 persone, inoltre nei piani aziendali è previsto anche uno sviluppo degli investimenti nel settore dei forni, dei piani cottura e dei frigoriferi da incasso;

nel corso degli incontri sono emersi significativi passi avanti nella trattativa volta a contenere l’impatto delle citate misure di riorganizzazione aziendale, in particolare:

- per quanto riguarda i due siti di Varese, Cassinetta e Comerio, la proposta dell’azienda è di una dismissione graduale della linea di produzione del side by side nell’arco di 18-21 mesi, con la possibilità di riassorbire 30 unità;

- per quanto riguarda Trento dove sono previsti dai 50 ai 100 esuberi, è aperta la discussione sulla possibilità di rendere obbligatorio il turno serale (15,30-23,30), e sul un piano industriale dell’area che prevede investimenti di prodotto e di processo;

 è fondamentale che vengano messi in campo tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione, che tutte le regioni e gli enti locali si impegnino in modo sollecito a sostenere ed accompagnare i nuovi investimenti di Whirpool in Italia, per consolidare i livelli occupazionali, dare garanzie e futuro ai lavoratori, garantendo lo sviluppo e la crescita in tutti gli stabilimenti italiani:-    

quali iniziative intendano tempestivamente porre in essere per evitare la riduzione dei dipendenti negli stabilimenti Whirlpool italiani, in particolare attraverso l’attivazione dei contratti di solidarietà in tutti i siti, anche prevedendo incentivi specificamente a ciò finalizzati, oltre che al  rilancio dei settori ricerca e sviluppo;

se ritengano utile convocare un tavolo con le regioni e gli enti locali interessati per addivenire a misure di sostegno di carattere territoriale laddove non ancora concertate;

quali provvedimenti intendano adottare per sostenere un settore strategico dell'industria italiana, come quello degli elettrodomestici, a partire dalla predisposizione di un piano di rilancio complessivo del comparto.

  

FRONER, MARANTELLI, GATTI, CENNI, BOSSA.