Roberto Pinter, responsabile enti locali del Pd trentino ed ex vicepresidente della Provincia, non è per niente convinto di questo progetto di «bipolarismo equilibrato» di cui hanno parlato Pacher, Tonini e Lunelli.
L. Patruno, "L'Adige", 24 novembre 2011
«Si auspica - riassume Pinter - un mutamento del quadro politico che superi l'attuale bipolarismo in favore di un "bipolarismo equilibrato" (??) che veda cioè una competizione al centro tra due poli che escludano le loro ali estreme. In questo quadro, che mi sembra tutt'altro che bipolare, lo stesso Pd vedrebbe una sua ridefinizione al centro attraverso l'uscita di chi, non condividendo le politiche del governo Monti, si ritroverebbero a scegliere un'opposizione di sinistra». «Faccio fatica - dice Pinter - a riconoscermi in questo schema, che peraltro non mi pare quello coltivato dal Pd a livello nazionale, così come non sono d'accordo con chi saluta con soddisfazione il fatto che il Pd si ritrovi a sostenere politiche di centro, quali quelle che Monti inevitabilmente porterà avanti, come se le stesse coincidessero con le idee di governo del Pd.
C'è una grande differenza tra il necessario sostegno al governo Monti come unica possibilità per far uscire il paese dalla drammatica crisi e l'identificazione del Pd nel programma Monti o nelle richieste dell'Europa». «Le idee di equità - sostiene l'ex consigliere provinciale - che il Pd, pur confusamente, vuole interpretare non possono coincidere con una politica di centro che non intende redistribuire la ricchezza di questo paese e l'idea riformista non può essere data dalla semplice sottrazione della sinistra dal centrosinistra. Trovo riduttivo far coincidere il riformismo con la rinuncia al cambiamento più profondo che riequilibri le grandi ingiustizie sociali che dominano il paese e trovo contraddittorio auspicare un partito con vocazione maggioritaria e immaginarsi che rinunci ad una parte di se stesso per vincere la competizione al centro. Questa mi pare una visione un po' vecchia basata su vecchi schieramenti che il Pd aveva l'ambizione di superare».