Dorigatti: "Modello Trentino, niente veti a destra o a sinistra"

Il presidente del consiglio replica a Lunelli: "La nostra coalizione larga è un esempio di successo, così Pisapia a Milano. Non rincorriamo in centro".
L. Patruno, "L'Adige", 24 novembre 2011

«Il centrosinistra non va modificato ma ampliato, senza veti né a sinistra né al centro: l'esperienza trentina insegna; e così pure Pisapia a Milano, dove lui, vendoliano, ha chiamato come assessore Tabacci e nessuno ha avuto nulla da dire». Bruno Dorigatti, presidente del consiglio provinciale del Pd, ex segretario della Cgil del Trentino, non ha apprezzato l'esclusione di Vendola, della parte più di sinistra del Pd e dell'Italia dei valori dalla coalizione che secondo Giorgio Lunelli, capogruppo provinciale dell'Upt, dovrà cercare di competere nel 2013 con il centrodestra di Alfano, Maroni, Fini - e forse anche Casini - alle elezioni politiche.
Presidente Dorigatti, cosa non la convince della coalizione di centrosinistra più spostata al centro prefigurata da Lunelli, ma in parte anche da Pacher, che ha parlato di un «bipolarismo equilibrato» libero dalle forze più radicali? Inizierei con il ricordare che in Trentino la coalizione ha vinto le elezioni grazie all'importante risultato ottenuto dal Pd e alla scelta di presentarsi con una coalizione ampia, che va dal Patt all'Italia dei valori e ai Verdi. Ecco, io credo che quel quadro politico non vada modificato quanto piuttosto che si debba cercare di andare oltre, ovvero di rafforzarlo. E non si apre una discussione ponendo veti, né a sinistra, né al centro né a destra.
Lunelli parlava soprattutto del quadro politico nazionale dove c'è il Pd ma non ci sono Upt e Patt come in Trentino. Certo, ma c'è chi parlando di scomposizione e ricomposizione del quadro politico nazionale magari pensa si possa arrivare a rimettere in discussione la coalizione in Trentino, anche se vedo che ad esempio l'Udc è diviso, mentre Ivo Tarolli punta a questo, Lia Beltrami parla di centrosinistra. Comunque, anche sul piano nazionale io credo che non sia la corsa al centro di per sè la mossa vincente, ma la capacità di fare una proposta di cambiamento, come Pisapia a Milano, che non ha esitato a chiamate Tabacci, ex Udc nella sua giunta.
Però è vero che il governo Monti e le scelte difficili che dovrà fare sulle questioni economiche stanno già dividendo il Pd, hanno allontanato Vendola e messo in difficoltà Di Pietro. Come è possibile tenere tutto insieme? È vero che nel Pd ci sono spinte diverse, con persone come Tonini e Letta, con il suo bigliettino a Monti, da una parte, e dall'altra un'area più di sinistra. Però anche Vendola soffre perché non sa come dire di no al governo Monti, mentre Di Pietro ha detto no e poi fatto marcia indietro. Penso che il riferimento del Pd dovrebbe essere sentirci parte del Partito socialista europeo mentre il Ppe è Berlusconi e non è la nostra casa.
Pensa che questo dibattito nazionale avrà riflessi sui rapporti interni alla vostra coalizione provinciale? Io spero che si possa riprendere un confronto tra Pd e Upt sul progetto di confederazione tra i due partiti. Come si sa all'Upt è andato male il tentativo di partito territoriale con il Patt, quella è una strada interrotta e comunque l'Upt ha bisogno di avere un riferimento nazionale. Credo che sarebbe il momento migliore per cercare come Pd del Trentino di stringere un rapporto più stretto con l'Upt coinvolgendo anche altri soggetti come i socialisti, qualche civica, i verdi, Magnani. Questa è la mia idea del cercare di raffinare il progetto politico che abbiamo costruito insieme. Solo così penso che saremo capaci di fare crescere la nostra autonomia e costruire alleanze forti nell'area dell'Euregio.
È nel merito delle scelte che però poi emergono i distinguo. Lei come valuta il confronto interno alla coalizione e le contrapposizioni che spesso non sono tra forze politiche con idee diverse ma tra consiglieri, in particolare del Pd ma non solo, e giunta provinciale? Nelle ultime settimane abbiamo avuto vari incontri di maggioranza sui contenuti della legge finanziaria provinciale. Sono state occasioni positive di confronto e discussione con il presidente e la giunta sugli emendamenti e le proposte dei consiglieri e delle forze politiche. Io penso però che di fronte alla crisi, proprio la Finanziaria potrebbe essere l'occasione perché a fianco del disegno di legge i partiti della coalizione sottoscrivano un documento comune, una sorta di patto politico, con qui questa maggioranza indica come, attraverso la Finanziaria, intende affrontare la crisi oggi e rafforzare il Trentino per gli anni difficili che abbiamo ancora davanti.