«Una gravissima offesa alle istituzioni provinciali, oltre che un pesantissimo colpo per l'occupazione e una terribile mazzata per decine di famiglie».
"L'Adige", 12 novembre 2011
Da ex sindacalista abituato a trattare in situazioni di crisi, il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti conosce molto bene i drammi che vivono le famiglie dei lavoratori della Whirlpool, ma nello stesso tempo ammette che anche la politica provinciale è rimasta spiazzata dalle decisioni dei vertici dell'azienda «che hanno dimostrato di non avere alcun rispetto del governo locale, che non più tardi di tre anni fa decise di investire sulla salvaguardia dello stabilimento di Spini: un investimento strategico, che ha permesso di immaginare un futuro per il comparto industriale trentino, non solo della Whirlpool».
Ammette che gli ha dato fastidio leggere che i manager della multinazionale parlano di «massima trasparenza nella comunicazione». «Ma che trasparenza c'è stata - si chiede - se ad un assessore presente in fabbrica il giorno prima dell'annuncio della batosta non è stato comunicato alcunché? Se gli è stato permesso di beatificare l'azienda mentre questa stava scrivendo una delle peggiori pagine della propria storia?». Dorigatti, dunque, sembra assolvere Olivi che agli occhi dell'opinione pubblica è sembrato autore di uno scivolone davvero imbarazzante. Secondo il presidente, se la scelta di ridicolizzare l'assessore è stata deliberata, ciò «sancirebbe il palese disprezzo verso la democrazia e i suoi organi, verso una comunità che guarda con paura alla crisi economica e verso i suoi rappresentanti, che tentano di sfruttare al massimo le risorse dell'autonomia per tutelare il sistema economico locale e difendere la coesione sociale». Quali soluzioni, allora? «Bisogna far capire a questi manager - tuona Dorigatti, tirando fuori il carattere del "vecchio sindacalista" - che in Trentino non c'è spazio per i padroni delle ferriere: abbiamo una tradizione solida di concertazione tra le parti sociali e le istituzioni e non accettiamo comportamenti arroganti da parte di nessuno, tantomeno da chi beneficia dei soldi dell'autonomia». Il suo appello è riparire il confronto tra le parti per arrivare ad una soluzione rapida che tuteli l'occupazione: «I posti di lavoro sono preziosi e vanno salvati, mettendo in campo tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, a partire dai contratti di solidarietà. Perché la crisi non può diventare un alibi per ristrutturazioni aziendali a spese della collettività e dei lavoratori».
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