"So bene che chiudere un bilancio in tempi di ristrettezze è tutt'altro che facile. E so anche che qualsiasi scelta può essere criticata, perché ognuno - com'è naturale - ha sott'occhio non l'intera città, non l'intera comunità dei cittadini, ma il proprio quartiere, la propria attività economica, la propria famiglia."Trentino", 2 novembre 2011
Tuttavia, per un'Amministrazione scegliere è necessario, perché la non scelta è di sicuro la peggiore scelta, come del resto dimostra la drammatica situazione in cui versa il governo nazionale. La nostra scelta è quella di procedere per ritocchi e aggiustamenti".Così il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, spiega oggi le prospettive per il bilancio della città. La scelta "è quella - prosegue - di non fare tagli lineari, ma di alleggerire alcuni, selezionati, capitoli di spesa, senza però chiudere alcun servizio, extrema ratio, che non abbiamo neppure considerato al contrario di molti altri Comuni italiani, alle prese con bilanci ancora più risicati dei nostri. E' bene dire, a costo di apparire impopolari, che altrove i sacrifici sono ancora più pesanti di quelli chiesti ai cittadini di Trento. E' bene dire che oggi a Trento c'è una pressione tributaria tra le più basse d'Italia. E' bene anche ribadire che non possiamo pensare che la pesante situazione economica internazionale risparmi la nostra provincia''.E tra le misure ipotizzate per il prossimo bilancio cita per primo "l'aggiustamento delle tariffe dei nidi, dopo due anni in cui le rette sono rimaste del tutto immobili. Non si tratta di un aumento - afferma - ma piuttosto del passaggio dall'indicatore Isee all'Icef, come peraltro richiesto più volte dai sindacati per ragioni di uniformità (l'Icef è l'indicatore usato per l'assegnazione degli alloggi Itea come per le mense scolastiche) e anche per ragioni di equità (l'Icef si è rivelato più efficace nel definire il reale livello economico di una famiglia)"."Questa operazione, che peraltro deve ancora essere definita nei dettagli, porterà un aumento complessivo degli incassi intorno al 3 per cento. Dunque non avremo aumenti generalizzati e indiscriminati, ma aggiustamenti al rialzo o al ribasso legati alla concreta situazione economica delle famiglie" precisa Andreatta sulla rideterminazione delle tariffe dei nidi."I numeri precisi - aggiunge il sindaco - ce li fornisce una ricerca di pochi giorni fa, pubblicati da Cittadinanzattiva: a Trento la retta mensile media è di 281 euro, cifra neppure lontanamente paragonabile alle rette delle città più care (Lecco e Belluno viaggiano sopra i 500 euro, ma anche città come Sondrio e Bergamo, Mantova e Cuneo, Forlì e Udine viaggiano oltre i 400 euro). Non solo: Trento, pur assicurando una copertura oraria tra le più estese, pur vantando una qualità riconosciuta tanto dagli esperti quanto dagli utenti, pur avendo il maggior numero di posti rispetto all'utenza, si piazza anche al di sotto della retta media nazionale, che è di 302 euro mensili"."Un discorso analogo va anti Andreatta - può essere fatto per gli autobus: abbiamo il sistema di trasporto urbano più efficiente e utilizzato d'Italia (non lo diciamo noi, ma Legambiente), con un biglietto che si colloca nella fascia medio-bassa. Io credo che l'ipotesi di diradare qualche corsa (a fronte dell'attivazione di due nuove linee negli anni scorsi) non possa essere letta come una grave penalizzazione per i lavoratori, le famiglie e gli anziani"."Chiudo con un invito: non possiamo più - termina Andreatta - fare finta che niente sia cambiato. Leggo sui giornali che anche i Caf dovranno alzare le tariffe, a causa dei tagli decisi dal governo. Un'ulteriore prova del fatto che questa crisi non risparmia nessuno e che dunque nessuno può chiamarsene fuori. Come del resto ha drammaticamente affermato nei giorni scorsi il Capo dello Stato, esortando alla responsabilità non solo il Governo, ma ogni cittadino italiano".
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