«Il Pd sarà il collante della coalizione di centrosinistra autonomista anche dopo il 2013». Alessandro Olivi, assessore provinciale all'industria, artigianato e commercio, è convinto che il suo partito riuscirà a svolgere il ruolo di «cardine» dell'alleanza che governa in Provincia, finora svolto dal presidente Lorenzo Dellai, impedendo che il progetto politico venga demolito quando il governatore non ne sarà più alla guida.
L. Patruno, "L'Adige", 30 ottobre 2011
Per la successione a Dellai, Olivi, che è indicato tra i possibili candidati, non si tira indietro. Ma invita ad evitare accelerazioni nella scelta, visto che mancano due anni, così come «staffette automatiche» Dellai-Pacher o la ricerca di un «papa nero» pescato dalla «società civile». E infine sottolinea l'esigenza di dare un segnale di rinnovamento nella continuità.
Come dire che uno come lui andrebbe benissimo.
Assessore OIivi, lei non pensa come dice il presidente Dellai che ci sia in corso un tentativo di demolire la vostra coalizione? Qualche elemento di criticità ci può essere nel momento in cui viene a mancare una forte leadership come quella di Lorenzo Dellai, grintosa e competitiva, che ha garantito stabilità. Ma il progetto politico di un centrosinistra territoriale che lui ha costruito può avere un futuro perché non è suo. La nostra sfida oggi è trovare le ragioni per stare insieme nella visione comune su come affrontare il grande cambiamento che deve affrontare il Trentino. Non basta la continuità. L'importante è non perdere energie nelle competizioni interne.
Vuol dire che teme scontri sulla scelta del candidato presidente? Dico che non servono accelerazioni sulla leadership a due anni dalle elezioni.
Il presidente Dellai nella sua intervista all'Adige ha citato Alberto Pacher con il quale, ha detto, condivide la stessa «visione di Trentino». Si è trattato di un'investitura? Tutti sappiamo qual è il legame che c'è tra Dellai e il vicepresidente Pacher, non ha aggiunto nulla. Pacher è molto popolare e capace di fare sintesi. Non mi ha sorpreso che Dellai abbia riconosciuto questo. Ma io penso che si debba stare attenti a non dare l'idea che questo passaggio avvenga attraverso meccanismi inerziali, come staffetta. Ci vuole grande condivisione nelle scelte.
Ritiene che le primarie siano utili? Sì, se si svolgono con regole chiare. Possono essere l'occasione per una grande mobilitazione di idee e dovrebbero essere di coalizione.
Si fa anche il suo nome come candidato: è della partita? Non penso oggi a ruoli diversi da quello che ho. Mi sento però tra le persone più esposte nella sfida che stiamo affrontando nel governare il mutamenti del Trentino. Penso che sia importante valorizzare nuove energie e nuove generazioni di dirigenti impegnati nei partiti e nelle istituzioni. Non credo invece che si debba andare a cercare il «papa nero» ( leggi Schelfi, Ndr ). Le risorse ci sono.
Dellai parla di una «visione» comune della coalizione di centrosinistra autonomista. Pd, Upt e Patt sono così in sintonia? A livello di giunta in questi tre anni la coesione tra noi è stata notevole, sia sulle grandi scelte progettuali che sulle linee di governo. Questo è un importante punto di partenza e io credo che il Pd in Trentino, a differenza di quello nazionale, si sia rafforzato dimostrando di essere un partito capace di includere e rappresentare non solo la sinistra ma anche l'area cattolica, laico-socialista e altri che non avevano casa. Per questo penso che saremo la forza che potrà agire da collante dell'alleanza.
Sta affermando una supremazia del Pd rispetto all'Upt? No, la mia è un'assunzione di responsabilità. Noi rispettiamo Upt e Patt ma ci sentiamo la responsabilità di esprimere il senso comune dell'alleanza, il che non vuol dire pretendere la leadership o battere i pugni, ma la volontà di raccogliere la sfida per fare crescere la coalizione insieme a Upt e Patt.
La condanna in appello di Grisenti ha avuto un riflesso politico. C'è chi sostiene che è stato sepolto il progetto di grande centro che lui coltivava nell'Upt. Anche secondo lei c'era il rischio di un'inversione di linea? Ho trovato assolutamente esagerate e infondate le aspettative politiche che si erano create su una vicenda giudiziaria. Non ho mai pensato che la coalizione potesse subire contraccolpi e il nostro progetto politico andare in crisi a seguito di una sentenza. Sarebbe stato un grave segno di debolezza e fragilità dell'Upt e dell'alleanza.