Il circolo del PD di Rovereto organizza per giovedì 3 novembre 2011 alle ore 20,30, presso l’Auditorium "Sala Piave" del Polo Tecnologico di Rovereto a San Giorgio (via Zeni, 8), una serata sul tema del lavoro, dello sviluppo sostenibile, della coesione sociale.Avremo l’opportunità di discuterne con Sergio Chiamparino, Sindaco per il primo decennio degli Anni Duemila di Torino, la città italiana che meglio ha saputo gestire il passaggio da una realtà industriale ad una post-industriale, e con Alessandro Olivi, Assessore all’industria, commercio e artigianato della Provincia Autonoma di Trento.
Pd Rovereto, 28 ottobre 2011
SCARICA LA LOCANDINA DELLA SERATA!
I temi portanti della serata saranno due. Il primo, di carattere più generale, relativo alla proposta di governo del Partito Democratico per gli Enti Locali del Nord, il secondo, di carattere più specifico, concernente il “modello Torino”.
Il primo tema vedrà al centro la necessità, per il Partito Democratico, di porsi come un soggetto maggiormente capace di coniugare le politiche di distribuzione di valore con quelle relative alla sua produzione, sviluppando un progetto riformista in grado di dare risposte adeguate alla globalizzazione.
Bisogna essere consapevoli che la crisi economica ha (e avrà in futuro) effetti soprattutto sul Nord e sui suoi apparati produttivi. Nell’ambito di questa riflessione è pertanto necessario interrogarsi anche sul "tema del territorio” e sulle sue interconnessioni con il tema della forma-partito. Il tema del territorio rinvia infatti ad una “frattura sociale” che segna la nostra epoca: quella tra "globale e locale", che segue le altre che hanno caratterizzato le epoche precedenti (quando era in gioco la costruzione dello stato nazionale e si affermava la rivoluzione industriale: il divario centro-periferia, il contrasto Stato-Chiesa, la contraddizione città-campagna, il conflitto capitale-lavoro), che hanno generato ideologie politiche specifiche e forme-partito coerenti.
Agire sul territorio può essere un modo per rispondere ai problemi concreti, senza cadere nelle tentazioni semplicistiche di leaderismo e populismo.
Le grandi trasformazioni che interessano il mondo del lavoro - e, insieme ad esso, il ruolo delle forze politiche e sociali - riguardano potentemente il Nord del Paese. In questo scenario in continua evoluzione la politica rischia spesso di rimanere ancorata a paradigmi interpretativi del mondo del lavoro ormai superati.
In questo contesto il “modello Torino” risulta particolarmente significativo. Torino è una città che, dopo la caduta del Muro, la conseguente crisi dei partiti e la globalizzazione, ha saputo trasformarsi, sperimentando sul piano politico ed economico Amministrazioni di centro sinistra elette da un’ampia base elettorale (dai ceti operai alla borghesia imprenditoriale). E' una città che, a seguito della crisi della FIAT, ha saputo realizzare un modello caratterizzato da una forte capacità di fare rete, dall’aumento della presenza delle imprese sui mercati internazionali, da sinergie tra Ente pubblico, sistema delle imprese, della ricerca e della formazione; è una città, insomma, in cui la politica ha favorito quei fattori, ricerca in primis, che sono oggi il vero lievito di una produzione industriale competitiva.
Sullo sfondo, ma ben presente, vi è il tema della riforma del sistema delle relazioni industriali. Un sistema che deve essere sempre più affidabile e competitivo, in cui la politica deve ripensare il rapporto tra impresa e lavoro, dove la necessaria maggior autonomia contrattuale non deve tradursi nell’esclusione dei lavoratori.