Le motivazioni che hanno spinto tutti i consiglieri provinciali del PD, primo firmatario il capogruppo Luca Zeni, a presentare un apposito disegno di legge sui tirocini formativi e di orientamento nasce dal dato di fatto che i giovani sta diventando sempre più problematico l’’ingresso nel mondo del lavoro.
Roberto Bortolotti, 26 ottobre 2011
Per la prima volta, dal dopo-guerra in poi, si rischia l’avvento di generazioni più “povere” delle precedenti, con minore “mobilità sociale” in quanto le prospettive dei giovani sono sempre più subordinate alle condizioni di partenza della famiglia di origine.
Ridurre i differenziali sociali ed economici del “punto di partenza” è quindi fondamentale se si vuole rendere i giovani davvero protagonisti del futuro del Trentino, sulla base di criteri più meritocratici nel quadro, però, di un’effettiva inclusione e coesione sociale. In tale prospettiva si colloca un nuovo progetto per l’autonomia dei giovani con l’obiettivo di garantire dinamismo ed opportunità ad una generazione “a rischio di affermazione” in termini di sviluppo delle capacità individuali, di qualità e stabilizzazione del lavoro, di emancipazione e partecipazione sociale. I giovani di oggi infatti escono di casa sempre più tardi (spesso perché privi di una reale indipendenza economica), sperimentano problemi di accesso e precarietà nel mondo del lavoro, dispongono di un potere di acquisto personale ridotto. Questi aspetti differenziano le prospettive dei giovani e frenano il dinamismo sociale.
L'Ufficio Studi dell'Associazione degli artigiani ha calcolato che in Italia ci sono 1.138.000 under 35 senza lavoro. A stare peggio sono i ragazzi fino a 24 anni: il tasso di disoccupazione in questa fascia d'età è del 29,6%: uno su 3 è senza lavoro, rispetto al 21% della media europea. Naturalmente questo è un dato nazionale, la situazione in Trentino è sicuramente migliore. In una graduatoria delle regioni italiane con il tasso di disoccupazione giovanile più basso il Trentino si collocherebbe al secondo posto, dietro l’Alto Adige
Per un raffronto europeo sono utili i dati che l’Ufficio di statistica europeo EUROSTAT ha pubblicato di recente riferiti al tasso di disoccupazione giovanile attinenti ad oltre 300 regioni europee. La provincia di Trento si colloca al novantanovesimo posto con un tasso di disoccupazione giovanile del 15,1 per cento, mentre la provincia di Bolzano, con un dato del 6,4 per cento, si colloca all’undicesimo posto nella graduatoria europea.
La situazione economica e la persistente crisi finanziaria sicuramente non aiutano i giovani in cerca di lavoro, ma pare esiste un gap tra le richieste delle aziende, rivolte principalmente alla ricerca di personale qualificato e specializzato, e la formazione e preparazione dei giovani in cerca di occupazione.
La continua specializzazione nel mondo del lavoro, oltre a richiedere un aggiornamento continuo, chiede capacità di adattamento e flessibilità anche intellettuale per permettere ai giovani di modulare la propria formazione sulle esigenze della produzione.
A volte solo l’esperienza diretta permette ai giovani di capire le proprie potenzialità e di esprimerle al meglio nelle giusta aspettativa di un lavoro, oltre che necessario per vivere, gratificante e soddisfacente.
È sempre più necessario trovare modalità formative che avvicinino i giovani al lavoro e che permettano alle aziende, sull’altro fronte, di selezionare lavoratori qualificati secondo le esigenze del mercato.
Il tirocinio formativo può sicuramente prestarsi a questo scopo.
Il tirocinio formativo, già previsto dalla legislazione nazionale, è uno strumento formativo che offre vantaggi per il lavoratore e per l’azienda che lo inserisce temporaneamente nel proprio organico.
I vantaggi per il giovane tirocinante sono prima di tutto quello di entrare in un ambiente di lavoro, poi quello di mettersi alla prova, quello di orientare o verificare concretamente le sue scelte professionali e infine quello di acquisire un'esperienza pratica certificata che potrà arricchire il suo curriculum rendendolo più spendibile nel mercato del lavoro.
Anche l’azienda che ospita un tirocinante ottiene dei vantaggi come quello di conoscere direttamente, vedendoli alla prova, potenziali collaboratori da inserire in futuro nel proprio organico e quello di formare in modo specifico, secondo le proprie esigenze, potenziali collaboratori. Il rapporto che si costituisce tra azienda e tirocinante non è un rapporto di lavoro subordinato e non comporta pertanto il sorgere di obblighi retributivi e previdenziali e non obbliga l'azienda ad assumere il tirocinante al termine dell'esperienza.
Lo scopo del presente disegno di legge è quello di promuovere e incentivare i tirocini formativi e di orientamento presso i datori di lavoro pubblici e privati. Questo disegno di legge declina la normativa statale sulle esigenze e particolarità della nostra Provincia facendo naturalmente salvi i principi generali che possono essere così riassunti:
Il disegno di legge si pone in aderenza ai principi contenuti nella legge n. 148 del 14 settembre 2011 a tal proposito, rilanciando la centralità dei tirocini come veicolo di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.
IL TESTO DEL DDL