Una quindicina di esponenti locali a Bologna dalla Serracchiani. Ferrari: "Pur da percorsi diversi il rinnovamento della classe dirigente dentro il Pd vuole essere l'obiettivo comune".
L. Petermaier, "Trentino", 24 ottobre 2011
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Era costituita da un bel gruppo di 14 persone la delegazione di giovani rappresentanti del Pd del Trentino, che ha deciso di partecipare negli ultimi due giorni a Bologna all'incontro organizzato in piazza Maggiore da Pippo Civati e dall'eurodeputata Deborah Serracchiani, i due leader della corrente del Pd, chiamata «Prossima Italia», che dopo aver rotto con il sindaco di Firenze, il rottamatore Matteo Renzi, ora aspirano a rinnovare il partito e la sua proposta politica senza avere però come primo obiettivo quello di cacciare Bersani.
A Bologna dunque sono andati tra gli altri i consiglieri provinciali Sara Ferrari, Mattia Civico e Andrea Rudari, il segretario del Pd di Trento, Vanni Scalfi, i consiglieri comunali di Rovereto, Marco Laezza e Gianluca Merlo, e poi Monica Ioris ed Elisabetta Bozzarelli di Trento. Vanni Scalfi e Sara Ferrari avevano già partecipato all'anno scorso all'incontro organizzato a Firenze dall'allora coppia di rottamatori Renzi-Civati, tra i due hanno scelto il secondo.
«Non ho condiviso alcune scelte di Renzi - spiega Ferrari - come quella di andare a casa di Berlusconi ad Arcore. Noi vogliamo aprire una discussione nel partito e dare il nostro contributo perché pensiamo che l'attuale classe dirigente abbia fatto la sua storia. Mi auguro solo che questi movimenti di giovani del partito non vengano strumentalizzati da qualche padrino o madrina.
A Bologna - aggiunge Ferrari - è venuta Rosi Bindi, ma si è autoinvitata come presidente del partito». Ieri il Corriere della sera segnalava la presenza nel Pd nazionale di ben 16 correnti diverse. Il senatore Giorgio Tonini incasellato tra i veltroniani dice: «C'è un dibattito interno che mi auguro si concentri sulla proposta politica. Mi pare - aggiunge Tonini - che nel Pd stia avvenendo un rimescolamento delle componenti interne su questioni di fondo come la politica economica, tra i più riformisti e coraggiosi (noi, Renzi, Letta, Franceschini, i trentenni del T-party) e i più tradizionalisti (Bersani, Fassina, e mi pare anche Civati-Serracchiani)».