IL PD A POVO - Da Trento in collina senz'auto

Nel «giorno del giudizio» per Silvano Grisenti, il convegno del Pd di Povo sullo sviluppo del sobborgo iniziato a tre ore dalla sentenza e a una settimana dall'analoga iniziativa Upt coordinata proprio dal «Griso», correva il rischio di svolgersi con un imbarazzante «convitato di pietra». A parte però gli inevitabili commenti in sala a inizio seduta, i relatori hanno abilmente omesso qualsiasi tipo di «evocazione» concentrandosi su una serie di interessanti proposte urbanistiche.
P. Giacomoni, "L'Adige", 19 ottobre 2011

Presentate attraverso un Master Plan «aperto», diventeranno il piano d'azione del Pd per i prossimi appuntamenti già programmati: all'interno del consiglio di circoscrizione e nel gruppo di lavoro con Università e Fbk.
Da rilevare che dopo il tutto esaurito dell'Upt, anche il Pd è riuscito a riempire la sala a dimostrazione del grande interesse esistente intorno alla questione delle mobilità e dello sviluppo urbanistico della collina. Una platea su cui, oltre alla presenza del vicepresidente della giunta Alberto Pacher e dei consiglieri provinciali Andrea Rudari e Sara Ferrari, spiccava l'intero gruppo consigliare comunale dei democratici guidato dagli assessori Italo Gilmozzi e Michelangelo Marchesi e dal presidente della commissione urbanistica Alberto Salizzoni.
Quasi tre ore di dibattito coordinato dall'architetto Alessandro Franceschini insieme al gruppo di lavoro composto dagli ingegneri Chiara Lo Cicero e Piero Faes e dal capogruppo Pd in circoscrizione Martino Pedrini, incentrato sull'integrazione e lo« sviluppo sostenibile» di una zona che negli ultimi trent'anni ha visto moltiplicarsi gli insediamenti, soprattutto universitari, ma è riuscita a conservare anche un'invidiabile qualità abitativa.
Inutile rilevare che l'interesse della sala era però concentrato principalmente sulla proposta di collegamento alternativo con la città che, dopo la funivia dell'Upt, ha visto il Pd proporre un più «umano» sistema di scale mobili che da viale Trieste dovrebbe arrivare fino alle porte del centro storico di Povo; quattro tronconi con partenza da viale Trieste, quindi interscambio a Ingegneria, Stazione Valsugana, Polo Ferrari e Povo zona San Zoan. Non sono mancate però altre proposte significative con il denominatore comune dello sviluppo sostenibile.
Ecco quindi insieme alla razionalizzazione dei trasporti, la pista ciclabile di collegamento con Villazzano, la salvaguardia delle aree agricole di pregio, la valorizzazione delle coltivazioni biologiche, le nuove aree verdi, i percorsi pedonali e l'incentivazione per l'uso di energie rinnovabili (pannelli fotovoltaici, pannelli solari, sonde geotermiche) tramite l'installazione di pannelli sopra i tetti delle principali strutture esistenti (elementare, centro civico, edifici pubblici, esercizi commerciali) per renderli autonomi energeticamente. «Si tratta di sogni realizzabili - ha sottolineato Pacher nel suo intervento - di scelte e priorità su cui si può iniziare a ragionare». Uno spiraglio che si aggiunge a quelli lasciati aperti dagli assessori comunali Marchesi e Gilmozzi, anche loro (vagamente) possibilisti almeno per le proposte meno onerose dal punto di vista finanziario. La quadratura del cerchio spetta ora alla circoscrizione che dovrà fare sintesi sui progetti, alcuni simili, altri probabilmente inconciliabili, che i due partner di coalizione hanno messo insieme.