Il consigliere, facendo riferimento alla legge provinciale 13/2009 che promuove i prodotti agroalimentari a basso impatto ambientale e al consumo consapevole, chiede per quale motivo nelle gare pubbliche che la Provincia indice, la valutazione dei requisiti qualitativi viene fatta in modo superficiale tanto che tutti i concorrenti finiscono con l’ottenere lo stesso punteggio e quindi l’unica discriminate risulta essere l’offerta economica.
R. Bortolotti, 17 ottobre 2011
Sulla base di ciò il consigliere Nardelli chiede se la Provincia ritiene opportuno intervenire, ed in quale maniera, per garantire la piena applicazione nel dettato e nello spirito della legge provinciale citata.
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE
La legge provinciale 3 novembre 2009, n. 13 “Norme per la promozione dei prodotti agricoli e agroalimentari a basso impatto ambientale e per l'educazione alimentare e il consumo consapevole” prevede, tra l’altro, che “I servizi di ristorazione collettiva pubblica sono resi garantendo che nella preparazione dei pasti siano utilizzati prodotti agricoli e agroalimentari di qualità riconosciuta e certificata, biologici e a basso impatto ambientale e una metodologia rispondente alle necessità dei soggetti affetti da intolleranza alimentare, (….)” e specifica che il “Programma per l'orientamento dei consumi e l'educazione alimentare può prevedere anche criteri e modalità per assicurare, nell'ambito delle procedure di appalto di forniture o di servizi, punteggi aggiuntivi alle offerte che prevedono l'impiego nella preparazione dei pasti di quantitativi superiori alle misure minime stabilite”. A quanto pare però nelle gare pubbliche la valutazione dei requisiti qualitativi viene fatta in maniera molto superficiale tanto che tutti i concorrenti finiscono con l’ottenere lo stesso punteggio e quindi l’unica discriminate risulta essere l’offerta economica. Chiedo al Presidente della Provincia e all’Assessore competente se ritengono opportuno intervenire, e in quale maniera, per garantire la piena applicazione del dettato e dello spirito della legge provinciale citata.
cons. Michele Nardelli