Andreatta: "Adesso si fa come dico io"

Coalizione, cura energica contro i mal di pancia.
D. Battistel, "L'Adige", 5 ottobre 2011

«A quelli dell'Upt non va giù di non essere più il primo partito». «Quelli del Pd hanno quasi tutti l'aria dei professorini». «I consiglieri del Patt pensano soltanto alla sistemazione delle strade e dei marciapiedi dell'Argentario». Quelle che riportiamo sono le confidenze cui si lasciano andare gli esponenti dei più grossi partiti di maggioranza in Consiglio comunale a Trento, dopo essersi garantiti l'anonimato. Chiacchiericcio, dunque, ma significativo perché dà la spiegazione dei motivi per cui, pur non avendo davanti a sé onde davvero alte, la barca della maggioranza in Consiglio comunale fa sempre più fatica a navigare. Sarà forse anche per questo che il suo nocchiero, il sindaco Alessandro Andreatta, per due giorni a Brindisi per l'assemblea triennale dell'Anci, cercherà in una città di mare l'ispirazione che lo aiuti a rimettere la nave in linea di galleggiamento.
Sindaco Andreatta, dall'esterno si nota come più che tensioni a livello politico dentro la sua maggioranza ci siano soprattutto incompatibilità a livello personale. Non trova? Diciamo che certi aspetti caratteriali e personali sono comprensibili anche se dentro una maggioranza essi non dovrebbero mai prevalere sulle ragioni della politica.
L'altra sera durante la riunione della coalizione lei ha chiesto che tra i gruppi di maggioranza ci sia più fiducia, quasi che più che alleati, Pd da una parte, Upt e Patt dall'altra, siano rivali impegnati a farsi sgambetti a vicenda. Su questo bisogna lavorare un po', lo ammetto. Però devo anche ricordare che in aula sull'approvazione delle delibere non abbiamo mai avuto problemi. Semmai è stato sulle discussione di ordini del giorno...
Appunto, quasi che ognuna delle due «fazioni» contrapposte propone temi delicati per mettere in difficoltà l'altra. Sinceramente io non posso permettermi di fare processi alle intenzioni, ma una serie di raccomandazioni per il futuro le ho fatte.
Cioé? Informare tutti i gruppi della coalizione quando si presenta un ordine del giorno, lavorare per raggiungere la maggiore condivisione possibile prima di arrivare in aula, dare priorità alle proposte meno delicate.
Lei le avverte queste antipatie trasversali? Avverto che dentro la maggioranza si va a due velocità. Da una parte c'è chi mi critica per essere troppo democratico e mi chiede di essere più rapido nel decidere, perché c'è necessità di dare risposte pronte ai problemi. Dall'altra c'è chi mi sollecita ad andare più piano affinché ciò che si decide sia compreso e motivato meglio. Bisogna trovare un equiilibrio, ma con 34 consiglieri che vengono da storie diverse è chiaro che non è affatto facile.
Il Patt, tanto per fare un esempio, chiede incontri singoli con il sindaco. Il Pd, dall'altra, invoca ragionamenti sempre allargati all'intera maggioranza. Difficile tenerli assieme. Non voglio rispondere a singole obiezioni. Dico solo che ad ogni riunione di maggioranza sono invitati 34 consiglieri e 8 assessori. È lì che ci si deve parlare. Dopodiché, incontri con i singoli gruppi li ho sempre fatti e li farò anche in futuro.
Pacher, il suo predecessore, per risolvere le fibrillazioni di maggioranza aveva ipotizzato la creazione di un coordinatore d'aula. Lei non ci pensa? È una cosa di cui si era parlato ma mi pare di aver capito che la coalizione non vuole, per dare maggiore risalto ai capigruppo. A me il protagonismo dei capigruppo sta bene: che facciano bene il loro lavoro.
Ma anche in giunta c'è questa difficoltà nel mettere d'accordo tutti? Meno, perché lì ci sono solo tre partiti.