Fino a 25mila euro ai familiari anche dei lavoratori scomparsi. La nuova legge, testo unificato di due proposte presentate da Bruno Dorigatti (Pd) e Marco Depaoli (Upt), come primi firmatari, mette infatti a disposizione una dotazione di 300 mila euro l'anno per la concessione di contributi una tantum fino a un massimo di 25 mila euro per ogni persona deceduta per fare fronte alle prime necessità.L. Patruno, "L'Adige", 30 settembre 2011
Anche i familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino della val di Fassa, Alessandro Dantone, Diego Perathoner, Luca Prinoth ed Erwin Riz, che nel dicembre di due anni fa persero la vita mentre erano alla ricerca di due escursionisti dispersi, potranno accedere al «Fondo di solidarietà per i familiari delle vittime di incidenti mortali sul lavoro o in attività di volontariato», che è stato istituito ieri dal consiglio provinciale. La nuova legge, testo unificato di due proposte presentate da Bruno Dorigatti (Pd) e Marco Depaoli (Upt), come primi firmatari, mette infatti a disposizione una dotazione di 300 mila euro l'anno per la concessione di contributi una tantum fino a un massimo di 25 mila euro per ogni persona deceduta per fare fronte alle prime necessità. Come norma transitoria il consiglio provinciale ha deciso di fare partire la possibilità di richiedere il contributo di solidarietà per gli incidenti verificatisi dopo il primo dicembre 2009. E dunque si è voluto ricomprendere quella tragedia che ha colpito così duramente la val di Fassa e il Soccorso alpino trentino. Al fondo potranno accedere i parenti, residenti in Trentino, di lavoratori morti sul lavoro anche privi di assicurazione contro gli infortuni; poi i familiari degli appartenenti alle forze dell'ordine, delle forze armate, del Corpo forestale provinciale, della polizia municipale che hanno perso la vita in servizio e dei volontari del soccorso alpino e speleologico, dei vigili del fuoco permanenti e volontari, dei volontari della protezione civile provinciale e del trasporto infermi.Il consigliere Marco Depaoli ha presentato un emendamento che, solo in prima applicazione, ammette l'accesso al fondo anche «ai familiari degli amministratori pubblici delle istituzioni trentine deceduti entro la data di entrata in vigore di questa legge nell'esercizio delle loro funzioni». Di fatto, questo emendamento è stato pensato per un caso specifico di un assessore comunale, Dario Corradi, morto all'inizio di quest'anno in val Daone nel sopralluogo per la preparazione dello stadio d'arrampicata su ghiaccio. Visto che non poteva rientrare tra i casi di infortunio sul lavoro né tra i volontari, si è trovata questa formula dell'«amministratore pubblico» nell'esercizio delle sue funzioni, che però varrà solo per questo caso, perché appunto è una norma transitoria. Già in commissione, infatti, il capogruppo del Pdl, Walter Viola, aveva chiesto di togliere gli amministratori pubblici (come sindaci, assessori e consiglieri comunali) tra le vittime i cui familiari avrebbero potuto accedere al fondo, al pari dei morti sul lavoro, perché era una norma che sapeva troppo di casta. Così è stata stralciata. Ieri la sola norma transitoria è stata invece approvata da tutti, tranne che da Bruno Dorigatti, che si è astenuto perché da presidente del consiglio provinciale non ha ritenuto opportuto approvare una norma che riguardava un singolo caso. La legge è stata alla fine approvata con 18 voti della maggioranza e 13 astensioni dell'opposizione. Da parte di Lega, Pdl e lista civica Divina erano giunte alcune richieste di modifica che sono state respinte. In particolare, la Lega ha chiesto di cancellare la previsione dell'accesso al fondo di solidarietà in base al calcolo Icef della condizione economica familiare e nel contempo di aumentare il tetto dell'assegno portandolo a 50 mila euro, come in Veneto. Il Pdl, per voce di Pino Morandini, ha chiesto invece di specificare che per conviventi more uxorio che possono chiedere il contributo si intendono persone di sesso diverso. La legge prevede anche il pagamento delle spese di trasporto della salma per lavoratori morti in Trentino ma originari di altre città o Paesi anche stranieri.
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