Testamento biologico, c'è una forte richiesta

Sala piena per l'incontro con Beppino Englaro: Fuori dal Centro Santa Chiara la contestazione dei giovani Pdl.
"L'Adige", 16 settembre 2011

Centro S. Chiara pieno di persone ieri sera per l'incontro promosso dall'associazione «Laici trentini per i diritti civili» con Beppino Englaro, padre di Eluana, la donna morta nel 2009 dopo 17 anni passati in stato vegetativo in seguito ad un tragico incidente stradale. L'incontro è stato organizzato con l'intento di sensibilizzare i trentini su un tema molto delicato quale la possibilità di affidare le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari ad un documento, il cosiddetto Dat (dichiarazione anticipata di trattamento), oggetto di una proposta di legge provinciale a firma dei consiglieri Sara Ferrari e Bruno Firmani. «Allo stato attuale in Italia esiste un vuoto legislativo. C'è solamente l'articolo 32 della Costituzione che stabilisce il principio del consenso informato: nessuno può sottoporre una persona a dei trattamenti senza informarla e senza averne l'assenso» ha spiegato Sara Ferrari. E se il momento di prendere questa decisione avviene quando quella persona non è più in grado di esporre le proprie volontà?
«Quello che intendiamo fare con questa proposta di legge è istituire una banca dati provinciale dando la possibilità a chi vorrà farlo di dichiarare, assieme ad un medico ed un fiduciario, le proprie volontà in materia: chiaramente è un diritto e non un obbligo, ma sentiamo che sono in molti i cittadini che ce lo chiedono».
Così la consigliera del Partito democratico ha illustrato la proposta, basata sulla competenza che la Provincia ha in materia sanitaria davanti a Beppino Englaro e di fronte a più di un centinaio di persone, evidentemente sensibili al tema. Una sensibilità, sebbene di segno opposto, rivendicata anche da alcuni contestatori della serata, una decina di militanti di «Giovane Italia» la sezione giovanile del Pdl. Hanno distribuito volantini davanti all'entrata della conferenza cercando di catturare l'attenzione dei partecipanti: «Non partiamo da basi etiche o ideologiche - hanno detto - Siamo contro questo tipo di normativa perché si è dimostrata difficilmente inapplicabile nei paesi che l'hanno adottata. Non ci sembra uno strumento completo, inoltre è evidente come tali proposte vadano nella direzione di una legalizzazione dell'eutanasia sulla quale siamo fermamente contrari: è pura demagogia illudere le persone che le loro volontà verranno rispettate anche quando ciò è impossibile».