Il sindaco Andrea Miorandi esausto dopo una giornata in piazza.
"L'Adige", 11 settembre 2011
Andrea Miorandi, il sindaco del Pd che non voleva la tappa del Giro della Padania (pur concordata da due membri della sua giunta, ancorché non del Partito democratico), si è trovato da solo, politicamente parlando, a gestire la piazza. «Non potevamo più dire di no. Purtroppo la partenza da Rovereto è stata tirata in ballo dalla volontà di arrivare a Vicenza attraverso la Vallarsa: era l'unica strada». Ieri mattina si è rischiata la guerriglia ma alla fine è andato tutto bene.
«Tiro un sospiro di sollievo per tutti. Sono soddisfatto perché la città ha risposto bene con manifestazioni ordinate e contenute. È andata bene dall'organizzazione, alla spazzatrice del Comune. Per questo voglio ringraziare le forze dell'ordine». La partenza, però, è cambiata. «Era il ripiego per evitare guai. Con il corso bloccato da chi manifestava giustamente si è preferito all'ultimo deviare per via Orefici. Già al mattino, però, avevo chiesto ai negozianti di tirare dentro tavolini o altro».
E i ciclisti? «Non meritavano sputi e schiaffi. Purtroppo si sono trovati tra l'incudine e il martello, tra chi voleva legittimamente manifestare e la responsabilità della Lega che a tutti i costi ha cercato di mettere il cappello su una gara di bici e non è giusto». Di chi è la colpa? «Di Mellarini e di Francesco Moser che non hanno capito qual era il controvalore politico. Ma mi dispiace anche per la città blindata: non s'è mai visto in Italia un simile spiegamento di forze per una corsa ciclistica». La Lega Nord, insomma, ha «toppato»? «Sì, si è rotto il meccanismo del partito che parlava alla pancia della gente, agli operai. Questo Giro della Padania è stato un autogol clamoroso che ha alimentato uno sdegno trasversale, che ha voluto a tutti i costi dare un colore politico ad uno sport popolare e più bello del calcio. Ma la gente è stufa delle buffonate».
Alla fine, nonostante la contrarietà alla gara, lei era in piazza. «Era mio dovere organizzare al meglio la piazza. Ormai, con Provincia e Trentino Marketing che avevano organizzato tutto non potevo fare altro». Come ha visto la città? «L'ho vista reattiva, nel corteo dei manifestanti c'era tanta città ma, purtroppo non c'erano le famiglie con i bambini, come si conviene di solito alla partenza di una corsa di bici. E questo è il segnale che il Giro della Padania è stato un errore».