Il presidente non ci sarà per rispetto istituzionale.
"L'Adige", 5 settembre 2011
Sullo sciopero generale proclamato per domani dalla Cgil arriva la benedizione del presidente del consiglio provinciale, Bruno Dorigatti. Per una vita impegnato nel sindacato, in politica col Pd, annuncia l'intenzione di non scendere in piazza ma in una nota spiega di essere con il cuore vicino alle ragioni della protesta. «In una fase così difficile per il Trentino e per l'intero Paese - scrive in una nota - vorrei rivolgere un segnale a coloro che, prima e più di tutti, subiscono direttamente le conseguenze della crisi: le lavoratrici e i lavoratori, i pensionati, i giovani, le famiglie a basso reddito.
Sono queste fasce sociali i bersagli più fragili, sui quali le difficoltà economiche premono in modo maggiore. Da oltre due anni il nostro Paese vive una fase di recessione che ha inciso con forza sul mondo del lavoro: la disoccupazione, soprattutto quella giovanile, è cresciuta a ritmi impensabili, e solo con il continuo intervento degli ammortizzatori sociali si è riusciti a mitigare lievemente le conseguenze più gravi.
Mitigare, nulla di più, perché nel contempo il sistema economico è rimasto bloccato e ancora non si scorgono segnali di ripresa: senza sviluppo, senza crescita, il sistema di welfare- già per molti versi debole e superato- non reggerà a lungo. Lo Stato e le amministrazioni locali devono risolvere, nel contempo, l'enorme problema dei conti pubblici: un debito di proporzioni eccessive e una spesa fuori controllo.
Con sciagurato ritardo, chi governa è chiamato ora a dare risposte tempestive e non rinviabili: e di fronte a questa terribile sfida, emergono tutte le debolezze e le storture della politica. Un pessimo spettacolo offerto ad un Paese che attende con ansia soluzioni rapide che diano una nuova e migliore prospettiva all'intera società. Molti hanno però perso la fiducia. Soprattutto i più deboli, quelli che più avrebbero necessità di attenzione e che per primi chiedono un impegno concreto per risolvere i problemi, di fronte agli incomprensibili giochi della politica fanno un passo indietro. Il motivo è evidente: è proprio ai meno rappresentati che oggi viene chiesto lo sforzo maggiore per il risanamento dei conti pubblici.
Una scelta non solo iniqua e profondamente crudele, ma scellerata e irresponsabile: siamo chiamati oggi a garantire maggiore, non minore equità; siamo chiamati a colmare i solchi che dividono i cittadini, non a crearne di nuovi e più profondi». Infine le intenzioni per domani: «Molti lavoratori sciopereranno contro una manovra finanziaria particolarmente dura per i ceti sociali più deboli: il mio cuore mi porterebbe a partecipare al corteo, ma il mio ruolo istituzionale mi impone una condotta diversa. Il modo migliore per essere dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori, nel ruolo che provvisoriamente ricopro, è quello di mettere al centro dell'agenda politica i temi del lavoro, dei diritti, dell'equità sociale: è un dovere mio e di tutti quelli che hanno l'onore di rappresentare i cittadini nelle Istituzioni».
Quanto alla vicinanza allo sciopero espressa dal segretario del Pd, Michele Nicoletti, è oggetto di critica da parte del segretario provinciale della Uil, Ermanno Monari. «Apprezziamo - dice - che il Pd non aderisca allo sciopero generale della Cgil. Facciamo pero' molta fatica a capire la solidarietà espressa per uno sciopero che appare preventivo e a dir poco discutibile in questa fase del Paese. Soprattutto non capiamo perchè la stessa solidarietà non sia stata espressa a Uil e Cisl che in modo più responsabile hanno manifestato per migliorare profondamente la finanziaria ,utilizzando - per il momento - metodi meno impattanti e maggiormente dialoganti. Forse - aggiunge - la particolare attenzione usata dal Pd verso la Cgil e' un retaggio della vecchia cinghia di trasmissione? Oppure un modo di ringraziare le innumerevoli e benevoli "attenzioni" che il la Cgil riserva alla Giunta Provinciale, ampiamente ricambiata?»