Tonini, il senatore «marchigiano» che si è mobilitato più dei colleghi della Svp

Ci voleva un senatore eletto nelle Marche per seguire passo passo la sorte degli emendamenti «trentini» e spendere buone parole, anche tra i senatori della Lega, i più ostili in partenza, per cercare di ottenerne l'approvazione.
"L'Adige", 3 settembre 2011

Ieri, il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, lo ha riconosciuto pubblicamente ringraziando Giorgio Tonini, senatore trentino d'adozione, l'unico citato per nome, forse perché della sua parte politica perché anche il trentino Giacomo Santini (Pdl) si è speso non poco. Ieri, comunque, nemmeno la pattuglia dei senatori Svp, di solito la più agguerrita sui temi dell'autonomia, era a Roma, e non c'era il senatore trentino Claudio Molinari (Api). È vero, non fanno parte della commissione, ma nemmeno Tonini che pure era lì. Così nell'area di centrosinistra Dellai ha potuto contare solo sugli aggiornamenti forniti dal senatore «marchigiano», che per dare più peso alla richiesta ha coinvolto tutto il Pd e il relatore di minoranza in commissione, Enrico Morando.

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La bella notizia per le autonomie speciali è arrivata ieri prima di cena: la commissione Bilancio del Senato ha approvato all'unanimità la norma di salvaguardia che prevede che i contenuti della manovra finanziaria del Governo possano essere applicati alle Regioni e Province autonome solo nel rispetto degli statuti speciali, delle norme di attuazione e di quanto previsto dall'art.27 della legge 42 del 2009 (federalismo fiscale), che contiene quanto sancito con il «patto di Milano» del 2009 fra Trentino Alto Adige e lo Stato.
A informare il governatore trentino Lorenzo Dellai è stato il senatore «marchigiano» Giorgio Tonini (Pd), che pur non facendo parte della commissione Bilancio del Senato ha tenuto un filo diretto con il compagno di partito Enrico Morando, relatore di minoranza, che oltre ad aver firmato gli emendamenti delle «speciali», che contenevano la norma di salvaguardia, ne ha sostenute le ragioni in commissione così come ha fatto il senatore del Pdl, Vanni Lenna, friulano. Determinante per il successo delle richieste delle autonomie speciali è stato proprio il fatto che si fosse formato un asse forte Pdl-Pd, anche uscendo dalla pura rivendicazione localistica dei parlamentari delle regioni interessate e superando le ostilità degli altri. E non ha avuto un peso secondario che Friuli Venezia Giulia, Valle d'Aosta e Sardegna siano guidate dal centrodestra.
Alla fine il Governo si è convinto anche perché andava incontro a un conflitto istituzionale certo, con l'annunciato ricorso alla Consulta in caso di bocciatura. Così, il presidente della commissione Antonio Azzolini , d'intesa con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti , ha presentato un emendamento che è stato inserito come articolo autonomo e che ha riassorbito tutti gli emendamenti presentati dai senatori dei vari schieramenti. Anche la Lega ha votato a favore dopo una giornata di trattative non facili.
Il capogruppo dei senatori Federico Bricolo , infatti, aveva manifestato ai colleghi del Pd e del Pdl la preoccupazione della Lega che la norma di salvaguardia si rivelasse come una sorta di «trucco» per evitare alle Regioni speciali di fare la loro parte e non tanto a Trentino Alto Adige, Friuli e Val d'Aosta che già hanno dimostrato di contribuire con i patti bilatelari sul federalismo fiscale, ma la Sardegna e la Sicilia, soprattutto quest'ultima, che di soldi per il risanamento dello Stato dovrebbe darne molti più delle altre. E questa era la preoccupazione anche dei ministri leghisti Roberto Maroni e Roberto Calderoli . Proprio con Calderoli, che ha firmato il «patto di Milano», insieme a Tremonti, ieri il governatore Lorenzo Dellai ha avuto una lunga conversazione telefonica, così come ha parlato con il senatore trentino della Lega, Sergio Divina. «Mi pare - commenta dopo il lieto fine Dellai - che la Lega che aveva riserve si è convinta che la norma di salvaguardia non è una furbata o un trucco». Il senatore Sergio Divina , con una nota, dichiara: «Dopo avere sentito il governatore Dellai, ho provveduto a parlare con tutti i senatori della Lega nord della commissione Bilancio, ai quali ho raccomandato la massima attenzione sull'argomento, cosa puntualmente concretizzatasi, con un tangibile beneficio per il Trentino che non era affatto scontato».
«Con questa norma - conclude Dellai - non è che cambiano le cifre, ma siamo messi in condizione di discuterne e negoziare con lo Stato». Dopo lo «sconto» contenuto nell'ultimo emendamento del Governo, il Trentino è chiamato a migliorare il saldo di bilancio di 280-290 milioni nel 2012 ma il sacrificio complessivo su tre anni è di circa 900 milioni.